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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Milano

Strage in tribunale a Milano: la pistola era nascosta da un pc

Così Claudio Giardiello riuscì a passare i controlli dall'ingresso di via San Barnaba. Il metal detector suonò regolarmente, ma l'arma era schermata dal computer

MILANO - Quella mattina il metal detector suonò regolarmente, ma Claudio Giardiello riuscì a entrare in tribunale con la sua pistola nascondendola in una borsa, sotto un computer portatile che avrebbe schermato l'arma.

Così l'immobiliarista che ha ucciso tre persone la mattina del 9 aprile al Palazzo di Giustizia di Milano è riuscito a passare il varco dall'ingresso di via San Barnaba. Tra le ipotesi degli inquirenti c'era il malfunzionamento dei metal detector, o un falso tesserino che il killer avrebbe mostrato ai controlli. Ma lo stesso Giardiello ha rivelato che le apparecchiature di controllo erano funzionantii.

Il nucleo investigativo dei carabinieri ha confermato la sua versione attraverso una simulazione. L'omicida ha nascosto la sua pistola all'interno di una ventiquattr'ore in pelle, sotto un pc portatile. Ricostruendo la dinamica, gli inquirenti hanno confermato la sua versione. Passando con l'arma dentro la borsa il metal detector suona, ma sul monitor degli addetti alla sicurezza appare solo il computer. La pistola non si vede, è schermata dal pc. Anche se l'allarme si attiva, il controllo con i raggi X non evidenzia corpi estranei.

Sparatoria in tribunale a Milano

D'altra parte all'ingresso del tribunale non c'è obbligo di togliersi orologi, scarpe o cintura. Per scoprire l'arma i vigilantes avrebbero dovuto controllare a parte il computer a parte. Una procedura che viene eseguita normalmente negli aeroporti. Ma in tribunale un caso del genere non era mai capitato. Se l'arma fosse stata scoperta, Giardiello aveva pensato di dire che voleva togliersi la vita all'interno del Palazzo di Giustizia. Intenzione che comunque aveva. "Credevo nella giustizia e poi mi sono successe le cose che si possono vedere nelle carte", ha affermato ai pm che lo hanno interrogato per la strage nella quale hanno trovato la morte l'avvocato Lorenzo Claris Appiani, il giudice Fernando Ciampi e l'ex socio Giorgio Erba, e sono stati feriti Davide Limongelli (co-imputato di Giardiello quella mattina in un procedimento fallimentare) e il commercialista Stefano Verna. (da MilanoToday)

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