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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Appalti e tangenti, tsunami sulla politica

Non una ma ben tre inchieste su appalti truccati e tangenti hanno messo in luce affari sporchi nella gestione della cosa pubblica. Due partiti nelle bufera: Forza Italia in Lombardia e il Partito Democratico in Calabria

Più di 8 italiani su 10 sono convinti che istituzioni e politici siano corrotti, ora a 5 mesi dall'introduzione della nuova legge Spazzacorrotti una serie di indagini gettano un'ombra sulla gestione della cosa pubblica su tutto lo stivale. Non una ma ben tre inchieste su appalti truccati e tangenti hanno messo in luce affari sporchi gettando in particolare due partiti nelle bufera: Forza Italia in Lombardia e il Partito Democratico in Calabria.

Tangenti e legami con la 'Ndrangheta: 43 arresti in Lombardia

"La rete relazionale avviata, con notevolissima rapidità ed efficienza, da Daniele D'Alfonso è amplissima spaziando dai vertici della Regione Lombardia (Fabio Altitonante, sottosegretario regionale con delega, fra l'altro, al recupero dell'ex area Expo) a quelli di Amsa di cui coinvolge non solo figure dirigenziali (Mauro De Cillis) ma anche 'operative' (Sergio Salerno e Gian Paolo Riva)". E uno dei passaggi del documento del gip di Milano dell'inchiesta sulle tangenti che ha portato a 43 misure cautelari.

"Il piano del giovane imprenditore è chiaro: sfruttare la campagna elettorale in corso per 'mettere le basi' all'espansione commerciale della sua società. Le sue mire non sono limitate alle gare che sono state monitorate nel corso dell'indagine, ma anche al futuro".

In tal senso vi è una programmazione a tavolino che comprende "un ventaglio di condotte illecite quanto mai eterogenee, ma la cui commissione è finalizzata al raggiungimento dell'obiettivo: prima bisogna avvicinarsi al mondo politico attraverso le contribuzioni elettorali, poi corrompere i funzionari, realizzando i presupposti per poter manipolare le gare indette ed indicende".

Ovviamente, secondo gli inquirenti, D'Alfonso, da solo, non avrebbe mai potuto raggiungere i risultati desiderati "e qui si apprezza la centralità e l'importanza di Pietro Tatarella: è proprio il giovane politico, poi diventato vice-coordinatore regionale di Forza Italia, che aiuta D'Alfonso a muoversi nei paludosi mondi che spesso accompagnano la vita politica". Tatarella, a sua volta, "in virtù dei suoi rapporti politici, sa chi deve essere finanziato, chi è corruttibile, aiuta e assiste con continuità D'Alfonso, gli suggerisce, se del caso, di prestarsi ad operazioni di 'triangolazione' per erogazioni liberali, quale quella di Luigi Patimo, che si possono rivelare doppiamente vantaggiose".

Il governatore della Lombardia Fontana non risulta indagato e la sua posizione "è di parte offesa" essendo l'obiettivo del tentativo di corruzione, non andato a buon fine, da parte del forzista Gioacchino Caianiello, ex coordinatore provinciale varesino, con cui Fontana ha un legame di "lunga data".

Bufera su Forza Italia (c'è anche un candidato alle europee)

Secondo l'inchiesta milanese, nel marzo 2018 Caianiello avrebbe proposto a Fontana di mettere un suo uomo di fiducia a capo del 'settore Formazione' della Regione in cambio di consulenze da affidare al socio del suo studio legale, il consigliere regionale uscente Luca Marsico che sarebbe così stato risarcito per la mancata rielezione.

Un'ipotesi di scambio che Fontana non denuncia, probabilmente non rendendosi conto della richiesta, ma respinge spiegando a Caianiello di voler esplorare altre possibilità rispetto al futuro di Marsico. Eppure la posizione di Fontana è 'sotto la lente' proprio per quanto riguarda l'incarico affidato successivamente a Marsico in Regione. Fontana "nei prossimi giorni", annuncia il procuratore di Milano, sarà ascoltato in procura.

Appalti in Lombardia, caos in Forza Italia

L'arresto per corruzione di due esponenti di spicco manda Forza Italia in confusione e nello sconforto. La bufera giudiziaria tocca Arcore e arriva presto a Roma: in Transatlantico, a Montecitorio, nei capannelli forzisti non si parla d'altro. Nessuno, però, vuole fare dichiarazioni alla stampa. L'input, infatti, a deputati e senatori è quello di non alimentare polemiche. Ci si trincera dietro il classico "noi siamo e restiamo garantisti", linea politica, raccontano, dettata per il momento particolarmente delicato con il placet del Cav.

E' molto forte il timore per le ripercussioni negative di questo caso di tangenti legate alla 'ndrangheta sulla campagna di Bruxelles. L'asticella del 10% viene considerata sempre di più una chimera. "Che botta per noi, a un mese dalle europee, non ci voleva proprio", commentano i più a mezza bocca, già preoccupati dal rischio 'salvinizzazione' e dalla 'fuga' di alcuni azzurri, soprattutto giovani, verso altri lidi. Molti fanno notare la "tempistica" dei provvedimenti cautelari e se la prendono con la "giustizia a orologeria"

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Lombardia ma non solo: sempre oggi scoperchiata una rete di tangenti anche a Palermo. E in uno tsunami che travolge tutto lo stivale anche in Calabria 20 persone sono finite sotto indagine della Procura della Repubblica di Catanzaro per ombre nella gestione di appalti pubblici.

Fra gli indagati dell'inchiesta denominata Lande desolate, secondo quanto si apprende, figurano il presidente della Regione, Mario Oliverio, il sindaco di Cosenza, Roberto Occhiuto, candidato in pectore alle Regionali, la parlamentare Enza Bruno Bossio ed il marito Nicola Adamo, ex consigliere regionale e vice presidente della Giunta, entrambi del Pd, e Luca Morrone, figlio del consigliere regionale Ennio Morrone. Gli avvisi di garanzia sono stati notificati dalla Guardia di finanza e dai carabinieri.

Al centro dell'inchiesta, secondo quanto si apprende, alcuni investimenti nella città di Cosenza ed in particolare quelli legati alla costruzione del nuovo ospedale, della metropolitana di superficie e del museo di Alarico.

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