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Sabato, 20 Aprile 2024
Proteste

"Noi, poliziotti senza casco stanchi di questo Stato"

Il Siulp spiega il gesto dei poliziotti che hanno tolto il casco di fronte ai manifestanti: "Gli agenti hanno detto basta alla lontananza della politica e del potere rispetto ai danni che stanno producendo su famiglie e lavoratori"

ROMA -  Per la Questura né condivisione, né solidarietà: ma solo "cessate esigenze". Per loro, i diretti interessati, invece un "atto che per quanto simbolico dimostra però che la misura è colma". 

A parlare sono i poliziotti di Torino, gli stessi agenti che ieri hanno "sfilato" il casco di fronte ai manifestanti che protestavano in piazza. Un gesto che aveva presto contagiato altre piazze d'Italia come in un immenso abbraccio fra forze dell'ordine e i Forconi. Torino prima, Genova poi, Milano dopo ancora: i poliziotti toglievano il casco, riponevano i manganelli e "guidavano" i cortei di chi è stanco.  

[VIDEO] Milano, poliziotti si tolgono i caschi e "guidano" il corteo

"Quanto accaduto a Torino, a Genova e in tutte le altre città, nonostante i soliti delinquenti professionisti del disordine che hanno dato sfogo alla loro indole criminale e violenta, senza però riuscire a separare il Paese (cittadini e poliziotti), merita un plauso a tutti quei colleghi di tutte le forze di polizia che oggi, in modo professionale e coraggiosamente hanno detto simbolicamente basta alla lontananza della politica governativa e dei palazzi del potere rispetto ai danni che stanno producendo contro le famiglie e i lavoratori di questo Paese".

[VIDEO] Torino, via i caschi: i poliziotti si "schierano" con i manifestanti

A dare i contorni di un gesto nuovo, "strano" è Felice Romano, Segretario Generale del Siulp che spiega: "Togliersi il casco in segno di manifesta solidarietà e totale condivisione delle ragioni a base della protesta odierna di tutti i cittadini che hanno voluto gridare basta allo sfruttamento e al soffocamento dei lavoratori e delle famiglie italiane, è un atto che per quanto simbolico dimostra però che la misura è colma e che i palazzi, gli apparati, e la stessa politica ormai sono lontani dai problemi reali dei cittadini e troppo indaffarati ai giochi di potere per la propria sopravvivenza e conservazione della casta".

Il pesante j'accuse continua: "La misura è colma e se non si inverte questa tendenza a chiedere sempre maggiori sacrifici in cambio di nulla, a maggior ragione quando non si da il buon esempio cominciando a rinunciare i propri privilegi che sono tanti, anzi troppi, si ricordino il passaggio biblico nel quale si afferma: 'Terribile sarà l'ira degli onesti'".

La rivolta dei Forconi: disagi da Nord a Sud

Infine, l'auspicio: "Speriamo che questo segnale sia da monito ai palazzi del potere, alle caste, al governo ma anche a tutti i violenti e i professionisti del disordine. Questa volta nessuno riuscirà a separare il Paese sano costituito dai lavoratori, dalle famiglie e dai servitori dello Stato, come accaduto negli anni di piombo. Che il governo ne tragga le dovute e necessarie conseguenze".

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