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Venerdì, 26 Aprile 2024
Il caso

Pompei chiude per sciopero, Renzi: "Rabbia incontenibile"

Il premier commenta la chiusura degli scavi archeologici per un'assemblea sindacale: "La cultura è la chiave per il nostro futuro". E poi parla di lavoro: "Registro un aumento di stabilizzazioni. E ne sono felice"

ROMA - "Franceschini sta facendo un buon lavoro e la cultura è la chiave per il nostro futuro. Anche per questo provo una rabbia incontenibile quando vedo le scene di ieri a Pompei".

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nella rubrica di lettere su L'Unità commenta così la chiusura degli scavi archeologici, ieri a Pompei, per un'assemblea sindacale. Ieri i cancelli si sono chiusi a causa di un'assemblea dei sindacati Fp Cisl, Filp e Unsa che si è riunita in mattinata. Disagi gravissimi per turisti e tour operator non avvisati dell'improvviso cambio di programma delle rappresentanze sindacali aziendali.

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IL TEMA DEL LAVORO - Nella stessa rubrica il premier ha affrontato in misura più ampia il tema del lavoro e quello degli equilibri interni al Pd. "Non abbiamo escluso di trovare soluzioni concordate con il sindacato: è solo che non ci siamo riusciti", ha detto Renzi. "Il tempo - ha aggiunto - dirà se sul Jobs act avevamo ragione noi o i sindacati: per adesso registro un aumento di nuovi posti di lavoro e di stabilizzazioni. E ne sono felice, ovviamente. Quando è possibile noi siamo in prima linea al fianco dei sindacati, come ieri con la risoluzione della vicenda Whirlpool. Ma se su alcune cose non siamo d'accordo non lasciamo a loro il diritto di veto. Se siamo convinti, andiamo avanti". "Troppo spesso - ha osservato ancora Renzi - il nostro Paese si è bloccato per colpa dei veti".

Se la riforma del lavoro fosse stata realizzata quando l'hanno fatta Germania e Gran Bretagna, con Schroeder e Blair, "saremmo un Paese molto più competitivo adesso. Invece non è stato possibile e abbiamo dovuto aspettare il nostro governo nel 2015. Ma proprio per questo non abbiamo permesso ai sindacati di bloccare il progetto: era legittimo non pensarla allo stesso modo ma era un dovere per noi decidere e andare avanti".

Infine qualche battuta sul partito di cui è segretario: "Le piccole scissioni non servono. A nulla e a nessuno. Entro l'anno - ha detto - faremo una grande assemblea dei circoli del Pd, bisogna aumentare l'attività del partito. Dobbiamo superare di nuovo il 40% e lo faremo". 

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