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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Ponte Morandi, la commissione del Mit accusa Autostrade: "Sapeva del degrado"

Secondo i tecnici del Mit, le misure adottate al fine della prevenzione sono state "inappropriate e insufficienti considerata la gravità del problema". La replica di Autostrade: "Ipotesi tutte da dimostrare"

Per i tecnici della Commissione ispettiva del Mit sul crollo di Ponte Morandi "le misure adottate da Aspi ai fini della sua prevenzione erano inappropriate e insufficienti considerata la gravità del problema" E' quello che si legge nella relazione che hanno scritto.

Dall'analisi delle scelte di Autostrade per l'Italia "emerge una irresponsabile minimizzazione dei necessari interventi, perfino anche di manutenzione ordinaria" è il duro commento contenuto nella relazione della Commissione presieduta dall'ingegner Alfredo Principio Mortellaro, nominata dal ministro Danilo Toninelli dopo il crollo del 14 agosto. "Da ciò la seguente considerazione: non fare oggi semplice manutenzione ordinaria significa voler fare domani molta manutenzione straordinaria a costi certamente più alti, con speculare maggiore remuneratività. Ne discende, come logico corollario, una massimizzazione dei profitti utilizzando a proprio esclusivo tornaconto le clausole contrattuali".

"Autostrade sapeva del degrado del Viadotto"

Autostrade per l'Italia, "pur a conoscenza di un accentuato degrado del Viadotto e in particolare delle parti orizzontali" che mostravano "deficit strutturali, non ha ritenuto di provvedere come avrebbe dovuto al loro immediato ripristino e per di più non ha adottato alcuna misura precauzionale a tutela della utenza" si legge ancora nella relazione.

Nel documento si analizza in dettaglio il progetto di retrofitting elaborato dall'azienda ma si lamenta come la presentazione dell'intervento sul ponte "fattane da Aspi come di un mero ripristino conservativo dell'opera, al fine di 'allungarne la vita utile', non ha consentito" alla Direzione generale per la vigilanza sulle concessioni autostradali del MIT "di coglierne la complessità tecnica ed organizzativa e quindi l'opportunità di inviarlo al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici". 

Inoltre, si segnala come il fatto che siano stati i tecnici stessi di Aspi a presentare - lo scorso 1° febbraio - il progetto di intervento sulla struttura rappresenti una "procedura irrituale ed inopportuna al fine di un esame neutrale del progetto". E comunque, osserva la commissione, "nessuno, né Autostrade, né la Divisione 4, né il CTA del Provveditorato, ha colto la necessità di valutare l'importanza del progetto e la sua coerenza con la particolare e complessa struttura portante" del viadotto.

"Lo stato di ammaloramento del viadotto Polcevera, con ciò intendendo il suo intero sviluppo (dal km 0 al km 1+150) e con particolare riferimento alla corrosione dell'armatura lenta e precompressa, sia degli stralli, sia delle strutture orizzontali, si è evoluto negli ultimi 27 anni. Aspi - riferisce la Commissione - ha monitorato tale stato di ammaloramento periodicamente (con cadenze mono o pluri annuali), effettuando indagini di tipo sostanzialmente qualitativo, documentando anche alcune ispezioni visive, comunque limitate". 

"Misure inappropriate e insufficienti"

 "Era in altri termini - spiega la relazione - in grado di cogliere qualitativamente l'evoluzione temporale dei problemi di ammaloramento ma con enormi incertezze. Tale evoluzione, ormai già da anni, restituiva un quadro preoccupante, e incognito quantitativamente, per quanto concerne la sicurezza strutturale rispetto al crollo. Le misure adottate da Aspi ai fine della sua prevenzione erano inappropriate e insufficienti considerata la gravità del problema".

"La procedura di controllo della sicurezza strutturale delle opere d'arte documentata da Aspi, basata sulle ispezioni, è stata in passato ed è tuttora inadatta al fine di prevenire i crolli e del tutto insufficiente per la stima della sicurezza nei confronti del collasso" evidenzia la Commissione. "La procedura, in altre parole, è utile - si spiega - per quanto concerne gli stati limite di servizio ma di poco significato per quanto concerne gli stati limite ultimi. Tale procedura era applicata al viadotto Polcevera ed è ancora applicata all'intera rete di opere d'arte di Aspi".

La replica di Autostrade: "Ipotesi tutti da dimostrare"

La relazione della Commissione ispettiva del Mit contiene "mere ipotesi ancora integralmente da verificare e da dimostrare". Lo evidenzia Autostrade per l'Italia, in una nota, in relazione ai contenuti della relazione pubblicata oggi sul crollo del Ponte Morandi.

"La relazione stessa non tiene in alcun conto gli elementi di chiarimento forniti dai tecnici della Concessionaria nel corso delle Audizioni rese su richiesta della Commissione", sottolinea Aspi. Inoltre, prosegue la società, i tecnici della società non hanno avuto finora la possibilità di accedere ai luoghi sottoposti a sequestro da parte della Procura di Genova e quindi di svolgere le analisi e le indagini necessarie per ipotizzare dinamiche e cause del crollo, che peraltro non vengono chiarite neanche dalla Commissione (i cui membri hanno avuto, invece, libero accesso ai luoghi).

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