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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Dj Fabo, perché il processo a Cappato finisce alla Corte Costituzionale

I giudici rinviano tutto alla Consulta, chiedendo di valutare se le norme che vietano l'aiuto al suicidio sono costituzionali

C'era grande attesa per la sentenza della prima Corte d'Assise di Milano: i giudici dovevano decidere se l'aiuto fornito da Marco Cappato a Dj Fabo per accompagnarlo in Svizzera per il suo suicidio assistito configurasse un reato ai sensi dell'art. 580 del codice penale che vieta l'istigazione e l'agevolazione al suicidio. Non è arrivata né una condanna né un'assoluzione. I giudici hanno infatti scelto la "terza strada", mandando gli atti alla Consulta per valutare la legittimità costituzionale del reato di 'aiuto al suicidio', previsto dall'articolo 580 del codice penale ("Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l'altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l'esecuzione, è punito con la reclusione da 5 a 12 anni").

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"Va riconosciuta a ciascun individuo la libertà di scegliere come e quando morire" si legge in uno dei passaggi della lunga ordinanza con cui i giudici della prima corte d'assise di Milano hanno sospeso il processo a Marco Cappato. Nel loro complesso provvedimento, che fa riferimento a numerose sentenze tra cui anche quelle relative ai casi Welby ed Englaro, i giudici sostengono che non sia sanzionabile una parte dell'articolo 580 del Codice penale, quello che sanziona le condotte di chi agevola il suicidio ma non incide sul percorso psichico della persona.

Per l'ipotesi di "rafforzamento del suicidio", che pure era contestato a Cappato, i giudici ritengono che Cappato non sia colpevole perché, come confermato da diversi testimoni in aula, Fabiano Antoniani decise autonomamente di morire col suicidio assistito in Svizzera nella clinica Dignitas.

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Fabiano Antoniani, 40 anni, morì in una clinica svizzera, con il suicidio assistito, il 27 febbraio 2017, dopo che vi era stato accompagnato dall'esponente dei Radicali. Il processo a Cappato era iniziato lo scorso 8 novembre. La pronuncia della Corte Costituzionale, oltre a incidere sul processo a Cappato, potrebbe indicare una strada in una materia, quella del 'fine vita', che pone molti interrogativi etici e giuridici e solo con la recente legge sul testamento biologico ha trovato una prima risposta da parte della politica.

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