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Sabato, 20 Aprile 2024
NAUFRAGIO CONCORDIA

Concordia, Schettino si difende: "Io il primo dopo Dio, ecco perché non diedi l'allarme"

Francesco Schettino interrogato dalla procura di Grosseto per il secondo giorno consecutivo. L'ex comandante sul mancato allarme: "Si sarebbero buttati tutti in mare". E sul suo ruolo: "Sono il primo dopo Dio"

ROMA - La linea non cambia. Spiega, giustifica, ma non ci sta a passare come l'unico responsabile, nonostante - dice - "sulla nave sono il primo dopo Dio". Le colpe, ne è convinto l'ex comandante della Concordia Francesco Schettino, sono da dividere con tutti quelli che la sera del 13 gennaio 2012 erano nella plancia di comando della nave che naufragò al largo del Giglio. Nel secondo giorno di interrogatorio per il processo sull'incidente, di cui è imputato, l'ex primo ufficiale ha sostanzialmente ribadito che - nonostante tutto - fu fatto il possibile per evitare una strage. 

"PERCHE' NON DIEDI L'ALLARME" - Il pm Alessandro Leopizzi, con le sue domande, è partito dalle 22:25, quaranta minuti dopo l'impatto con Le Scole, quando l'allarme ancora non era stato lanciato."Perché, presa consapevolezza della situazione e che la nave da qui a un tempo 'x' affonderà, perché non dà subito l’abbandono nave?", ha chiesto il pm. Secca la risposta di Schettino: "Perché avevo seicento persone - riferendosi all’equipaggio - che non avevano mai fatto un’esercitazione simile, dato che le norme non lo prevedono. E le parole 'abbandono nave' possono andare a interpretazione: magari la gente si sarebbe buttata in mare. Invece, vedendo che la nave si stava avvicinando comunque all’isola, ho aspettato", ha ricostruito l'ex comandante.

"SONO IL PRIMO DOPO DIO" - Un comandante che sulla sua nave non accetta intromissioni - "sono il primo dopo Dio", ha spiegato - e che era sicuro che "con quel danno la nave non sarebbe affondata". Alla domanda "Perché alla capitaneria di Livorno e a De Falco ha parlato soltanto di un blackout", Schettino ha spiegato che "era Ferrarini - il manager di Costa - che doveva chiamare la Capitaneria, come mi disse Ferrarini i rimorchiatori si sarebbero mangiati la nave". 

IL VIDEO DELLA FUGA - Schettino, insomma, collabora e risponde. Ma i dubbi della procura - che sembra intenzionata a chiedere almeno venti anni per omicidio colposo plurimo, naufragio colposo e abbandono della nave - restano. Dubbi concentrati quasi tutti in un video inedito mostrato martedì in aula, che mostrerebbe uno Schettino tranquillo e rilassato mentre con una mano in tasca attende una scialuppa per abbandonare la nave. La stessa nave che in quei momenti affondava, la stessa nave sulla quale - secondo la procura - in quel momento c'erano ancora seicento persone. 

IL VIDEO INEDITO | La "fuga" di Schettino dalla Concordia

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