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Venerdì, 19 Aprile 2024
Processi

Bruciò viva la sua fidanzatina: pena ridotta per il killer

I giudici della Corte d'assise d'appello di Catanzaro hanno ridotto la pena per Davide Morrone, il sedicenne che confessò di aver ucciso e bruciato viva la sua fidanzatina. Riconosciuta la seminfermità mentale

COSENZA - Pagherà le sue colpe in una comunità di recupero in Liguria. Lì resterà per diciotto anni, e non per ventidue, come deciso in primo grado. Poi, sarà libero di rifarsi una vita. Pena ridotta in appello per Davide Morrone, il ragazzo oggi diciottenne che nel maggio del 2013 uccise la sua fidanzatina sedicenne, Fabiana Luzzi, bruciandone il corpo quando era ancora viva. 

I giudici della sezione minorenni della Corte d'assise d'appello di Catanzaro, mercoledì sera, hanno accolto la richiesta dei difensori, Giovanni Zagarese ed Antonio Pucci, e hanno riconosciuto la seminfermità mentale dell'imputato. In primo grado, invece, il tribunale aveva rigettato l'istanza degli avvocati e aveva condannato Morrone, sedicenne al momento del delitto, a ventidue anni di carcere. Gli stessi giudici di secondo grado, nella loro sentenza, hanno escluso l'aggravante della premeditazione. Una sentenza che ha gettato nello sconforto e nel dolore i genitori di Fabiana, che quel fidanzatino lo avevano accolto in casa. 

Al momento sembra che il diciottenne resterà nella comunità di recupero in cui si trova, in Liguria, dal giorno in cui fu arrestato. Fu lui stesso a confessare e a raccontare ai carabinieri l'orrore di quel tragico giorno di fine maggio di due anni fa. 

Il 25 maggio Fabiana era uscita di casa per andare a scuola, e in quella casa non era tornata mai più. Alla fine delle lezioni, infatti, ad attenderla davanti a scuola c'era Davide, il suo ex fidanzato, che l'aveva convinta a salire sulla sua moto per discutere della loro storia, ormai arrivata al capolinea. Dopo essersi fermato in una zona di campagna, il ragazzo aveva accoltellato l'ex fidanzata in più parti del corpo, lasciandola agonizzante a terra. Poco dopo, aveva confessato agli inquirenti, era tornato con una tanica di benzina che aveva versato sul corpo di Fabiana. "Quando ho acceso il fuoco - aveva raccontato - Fabiana era ancora viva". 

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