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Giovedì, 25 Aprile 2024
Proteste

In piazza i lavoratori autonomi a partita Iva: "Siamo noi i nuovi poveri"

Dopo le mobilitazioni sul web professionisti e freelance scendono in piazza: in ballo c'è la questione dell'iniquità fiscale. "Una previdenza che sia compatibile con la vita". Con loro arriva anche lo sciopero sociale

Prima era partita la protesta degli avvocati con i loro selfie, contro l'iniquità fiscale e previdenziale della Cassa Forense: twitter era stato bombardato di foto con l'hashtag #nonmicancello. Ma la questione dell'iniquità fiscale non riguarda solo gli avvocati: così Mga (mobilitazione generale avvocati) ha deciso di lanciare una manifestazione di piazza e di portarsi con sé tutti i professionisti e i lavoratori autonomi a partita Iva, iscritti a uno degli ordini professionali e i freelance, con gestione separata dell'Inps. 

Protesta in selfie dei giovani avvocati | Foto da Twitter

In piazza Cavour a Roma, dopo un tam-tam in rete, si sono ritrovati tutti: gli archivisti, i farmacisti, le guide turistiche, l'associazione dei freelance, le associazioni forensi, gli studenti e coloro che qualche tempo fa avevano dato vita allo sciopero sociale

La Capitale incrocia le braccia per lo sciopero sociale | Foto Infophoto

Anche stavolta i social network hanno un ruolo fondamentale: tweetmob durante la mobilitazione con quell'hashtag che aveva dato vita alla protesta di Mga, #iononmicancello. Una coalizione di professionisti, che chiedono una previdenza fiscale dignitosa, "compatibile con la vita". Spiega il pre­si­dente di Mga, l’avvocato Cosimo Mat­teucci: "Chie­diamo una riforma degli ammor­tiz­za­tori sociali, un sistema pre­vi­den­ziale equo, soli­dale e pro­por­zio­nato al red­dito e l’equità fiscale. Vogliamo un sistema fiscale com­pa­ti­bile con la vita. Que­sta è la sin­tesi della linea poli­tica di tutto ciò che oggi si sta muovendo".

La protesta delle partite Iva | Foto da Twitter

A iniziare sul web sono stati gli avvocati che hanno voluto subito dire no alla riforma professionale del 2012, che prevede la regolarità contributiva come requisito di permanenza nell'ordine, pena la cancellazione dall'albo e quindi la disoccupazione. Una norma che adesso spaventa anche le altre professioni, sia quelle tutelate dagli ordini e che non. Una norma del genere, alla dua approvazione, potrebbe cancellare dall'ordine il 40% degli iscritti attuali, ovvero coloro che praticano la professione ma guadagnano meno di 15mila euro all'anno: bisognerà potersi permettere di essere avvocati e per i precari questa pressione fiscale sarebbe davvero insostenibile. Ci spiega meglio Valentina Restaino di Mga: 

Alla protesta hanno aderito anche i farmacisti titolari di parafarmarcie, che condannano la mancata liberalizzazione dei farmaci in fascia C, rimossa dal Ddl concorrenza.. 

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