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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Raffaele Sollecito: "Dalle aziende tanti no, non vogliono assumere una persona come me"

"Nessuno mi ha chiesto scusa. Mai avuto risarcimenti per tutto quello che mi è accaduto"

Fine pena mai. A quattro anni dall’assoluzione Raffele Sollecito deve ancora fare i conti con i pregiudizi. Chi è stato in carcere, ma anche chi è stato indagato o coinvolto in un’inchiesta, viene sempre guardato con sospetto, come quello che è riuscito a sfangarla. La redenzione non arriva mai. Sollecito lo ha provato sulla sua pelle. "La mia vita è stata sempre marchiata da questa vicenda", racconta ai microfoni de 'La Dolce Vita' su Radio Italia Anni 60 intervistato dai colleghi di Today Roberta Marchetti e Andrea Ponzano.

"Ormai anche per una questione di autoconservazione non mi curo più dello sguardo della gente, a meno che non abbiano la volontà di parlarmi direttamente, cosa che ovviamente non mi dispiace". Un marchio di infamia. "Ne ho la prova tangibile perché ho avuto anche proposte di lavoro molto interessanti anche dall'estero che poi sono sfumate con lettere scritte e protocollate, in cui mi è stato detto che non potevano assumere una persona come me per non avere pubblicità negativa".  

Un calvario, quello di Sollecito, durato quasi dieci anni. C’è stato un momento in cui hai pensato di non farcela? "Tante volte, sia quando ero in carcere, sia quando ero fuori e c’è stato il secondo rinvio a giudizio o sono stato condannato in secondo grado… poi ogni volta è stata diversa, ma sicuramente non è stato facile".

Tu avevi 23 anni quando è iniziata la vicenda giudiziaria, come hai fatto a sopravvivere? "Ho avuto uno spirito molto positivo – racconta - nel senso che ho sempre pensato che le cose in un modo o nell’altro dovessero venire alla luce e ho avuto anche una famiglia che mi è stata affianco. Anche caratterialmente ho dei meccanismi di difesa: un po’ vivo nel mio mondo e un po’ cerco di adattarmi a quelle che sono le circostanze. Guardare il bicchiere mezzo pieno in situazioni del genere è difficilissimo, però bisogna cercare di cogliere quel poco di buono che la vita ti dà e accettare le sfide per quello che sono".

"Con Amanda non mi sento da tempo"

"Amanda? Non la sento da un po’ di tempo. Noi innamorati? No, siamo stati insieme per una settimana e poi sono passati dodici anni, ci siamo conosciuti così poco" racconta il 35enne pugliese fra i principali protagonisti del processo per la morte di Meredith Kercher (assolto definitivamente dalla Cassazione). 

Che idea hai della giusizia italiana? "Purtroppo non ho più fiducia - dice Sollecito -, ma non solo in quella italiana, anche in altri Paesi adottano escamotage per dare sicurezza al popolo anche quando non hanno certezze e in Italia la cosa è ancora più evidente. Per quello che ho visto ho veramente scarsissima fiducia". Qualcuno delle istituzioni ti ha chiesto scusa? "No, mai nessuno. Nessuno mi ha chiesto scusa. Mai avuto risarcimenti per tutto quello che mi è accaduto, anzi ci siamo indebitati in maniera distruttiva e ne stiamo ancora pagando le conseguenze".

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