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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Ragazzini morti nel sonno a Terni: "Uccisi da un mix di droghe", fermato il pusher

A stroncare i due giovani di 15 e 16 anni, sarebbe stato un cocktail di metadone e codeina. La certezza però arriverà solo con i risultati dei test tossicologici

Sarebbe stato un mix di oppiacei a uccidere nel sonno i due amici di 15 e 16 anni ritrovati senza vita ieri mattina nelle loro abitazioni di Terni. Sebbene non ci siano ancora i risultati dei test tossicologici, per gli inquirenti il caso è già sostanzialmente chiuso. I due ragazzi, Flavio Presuttari e Gianluca Alonzi, avrebbero assunto delle droghe, in particolare metadone e forse anche codeina. Un mix fatale, riferisce TerniToday, anche se ulteriori riscontri in questo senso arriveranno solo con l’esame autoptico. Per il resto tutti gli indizi portano alla strada dell'assunzione di droghe. Il pusher che ha fornito loro il metadone, sottoposto a fermo dalla Procura, avrebbe già ammesso le sue responsabilità.

"Ha ammesso di avere ceduto metadone" ha fatto sapere l’avvocato Massimo Carignani, che assiste il ternano di 41 anni finito in cella con la contestazione di "morte come conseguenza di altro reato".

"L’ho incontrato in carcere questa mattina. È una persona distrutta, tanto che il colloquio era continuamente interrotto dal pianto. In alcuni momenti – spiega ancora il legale – ho addirittura fatto fatica a capire quello che cercava di dirmi. Ha problemi di tossicodipendenza, tanto che il metadone ceduto ai ragazzi proviene dal Sert. Vive una situazione molto particolare, è guardato a vista dagli agenti della polizia penitenziaria".

Ragazzi morti a Terni, la ricostruzione

Quella sera i due ragazzi avrebbero dovuto giocaere a calcio con alcuni coetanei, ma loro, hanno spiegato gli amici, "non hanno giocato, stavano male. Uno ha vomitato: un liquido biancastro che dunque non era solo codeina".

Una ventina i ragazzi sentiti, le cui testimonianze hanno fornito gli elementi utili per comporre il puzzle. Lo scambio di sostanza – metadone - è avvenuto nella prima serata del 6 luglio. I due ragazzi si sono sentiti male prima delle 22, per poi rientrare in casa tra la mezzanotte e le due del mattino. Il decesso è avvenuto nel cuore della notte, anche se tutti i dettagli verranno forniti dall’esame autoptico che sarà effettuato nei prossimi giorni. E cruciale sarà anche il risultato dei test tossicologici per capire quali sostanze abbiano assunto i due ragazzi.

"Trovata la bottiglietta usata per assumere il cocktail"

Soltanto metadone? Oppure un mix di metadone e codeina? "Abbiamo perquisito alcune abitazioni e trovato elementi indiziari – spiega ancora il procuratore Liguori – così come è stata trovata la bottiglietta che è stata probabilmente utilizzata per assumere il cocktail mortale".

Se la provenienza del metadone è piuttosto chiara, da approfondire resta invece quella (ancora presunta) della codeina. "Vedremo nei computer e nei telefonini che sono stati sequestrati", ha detto il procuratore, che poi ha espresso preoccupazione per "la dimestichezza che questi giovani hanno con il mondo della droga".

"Quello che mi ha impressionato - ha spiegato - è che i giovani sappiano distinguere se la codeina sia di colore violaceo e il metadone biancastro. Questo tecnicismo su cui discettano è davvero preoccupante".

Si aspettano i risultati dei test tossicologici

"Gli esiti tossicologici affidati agli specialisti ci porteranno a capire cosa abbiano assunto, con esiti letali, questi poveri ragazzi la sera del 6 luglio. Come è possibile che due ragazzi in salute, di 15 e 16 anni, siano deceduti sotto effetto di queste sostanze?" domanda Liguori sottolineando che dal colore della sostanza assunta, biancastra, l'ipotesi farebbe propendere per qualcosa compatibile con metadone o sostanze simili.

"Se questi ragazzi non hanno giocato a calcetto e si sono sentiti male già alle 22, temo che abbiano assunto sostanze a stomaco vuoto. È solo una deduzione, ma l'effetto così letale di un mix di sostanze che colpisce due giovani in salute nel corso della notte ci naturalmente fa riflettere e ci fa porre molte domande". Per dare risposte e "verità" ai genitori e "fargli capire che non è stata colpa loro". Non si tratta di "responsabilità genitoriale, casomai sociale".

Il pusher frequentava il quartiere, non esclusi altri contatti

"La persona arrestata - dice ancora Liguori - era un frequentatore del quartiere". E quindi non è escluso che quello dell’altra sera non fosse il primo incontro tra l’uomo finito in carcere e i due ragazzi. E non è escluso nemmeno che ci siano state altre persone che potrebbero avere preso da lui il metadone. "Lui - spiega l’avvocato Carignani - ha ammesso di avere ceduto la sostanza a due persone e la contestazione nei suoi confronti parla di due persone. Non se ci siano altri elementi di cui però al momento non sono a conoscenza".

Fondamentali per risolvere il caso sono state le testimonianze degli amici. "I giovani non vogliono mentire e hanno coraggio - ha detto Liguori -, sono loro la chiave di volta di questo caso, ci hanno guidato per mano: non hanno indicato il responsabile ma fornito elementi chiari a costruire il puzzle mentre le ore passavano, poche francamente, perché il caso lo abbiamo risolto ieri sera intorno alle 20,30".

"Chiaramente - ha concluso -, il lavoro più grosso l'hanno fatto i carabinieri, noi abbiamo pesato la conformità del materiale indiziario raccolto che ci è sembrato coerente e lo abbiamo consegnato con un fermo del pubblico ministero, cofirmato da me, al Gip. Riteniamo che la fase della gravità indiziaria sia ben strutturata e corredata dagli elementi raccolti nell'immediatezza".

Intanto domattina alle dieci è in programma l’udienza di convalida dell’arresto in carcere, venerdì pomeriggio sarà affidato l’incarico per gli esami tecnico-scientifici. Passo dopo passo, dalla cornice ormai abbastanza chiara si comincerà ad avere anche una visione d’insieme di questa assurda e tragica vicenda.

Le parole del procuratore di Terni, video

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