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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Reggio Emilia

Ricercato si barrica dentro un ufficio postale: dipendenti in ostaggio

Panico a Pieve Modolena, in provincia di Reggio Emilia. Francesco Amato, condannato nel processo Aemilia e ricercato, è chiuso dentro l'ufficio con degli ostaggi: è armato di coltello

Ultim'ora: Reggio Emilia, si arrende il sequestratore di Pieve Modolena

Un uomo, armato di coltello, è asserragliato da questa mattina alle 9 all'interno di un ufficio postale a Pieve Modolena, in provincia di Reggio Emilia. In ostaggio i dipendenti che erano all'interno dell'ufficio mentre i clienti sono stati fatti uscire. Si tratta di Francesco Amato, condannato qualche giorno fa nel maxi processo Aemilia, il più importante procedimento contro le infiltrazioni della 'ndrangheta nel Nord Italia. Dopo la sentenza che lo aveva condannato a 19 anni di reclusione, Amato era sparito e di fatto era irreperibile.

Pieve Modolena, dipendenti delle Poste in ostaggio

Secondo quanto si apprende dalle forze dell'ordine, che hanno immediatamente circondato l'edificio e chiuso al traffico le strade limitrofe per ragioni di sicurezza, al momento Amato "non collabora". All'interno dell'ufficio postale sono presenti cinque dipendenti, mentre i clienti che si trovavano in posta stamattina sono usciti. Uno degli ostaggi è stato liberato dopo diverse ore: si tratta di una donna, una cassiera, che ha avuto un mancamento una volta uscita dall'ufficio ed è stata soccorsa dal personale del 118.  Tra i clienti che stamattina erano presenti nella posta c'era anche la figlia della direttrice, che è riuscita a scappare. E' stata lei, secondo quanto si apprende, a dare l'allarme ai carabinieri. La ragazza, 22enne, ha raccontato che si era recata nell'ufficio per portare un pacco alla madre quando l'uomo ha fatto irruzione, gridando "vi ammazzo tutti".

pieve modolena ansa 2-2

Sono in corso le trattative tra le forze dell'ordine e Amato. Si valuta l'intervento di forze speciali. Entrando nella filiale, Amato avrebbe gridato "Sono quello condannato a 19 anni in Aemilia", brandendo un coltello da cucina e minacciando la direttrice della filiale. Amato ha chiesto di poter parlare con il ministro dell'Interno Matteo Salvini

Una delle impiegate sotto minaccia dentro la posta ha parlato telefonicamente ai microfoni del Giornale Radio Ra1, intervistata da Marco Sabene. 

Siamo chiusi dentro. Il signor Amato vuole parlare con Salvini. Lo vedo. Sono all’interno, il signor Amato sta parlando: vuole Salvini. Parla con i Carabinieri, con noi. Ha un coltello in mano. Io lavoro qui; siamo in quattro. Il signore è qui da parecchie ore. Ha detto che se apriamo la porta qualcuno fa una brutta fine e quindi siamo trincerati dentro

Su RaiPlay l'audio della telefonata

Chi è Francesco Amato

Nato 55 anni fa, Amato è stato condannato il 31 ottobre a 19 anni e un mese di reclusione nel processo Aemilia. Secondo i giudici della Dda di Bologna, Amato e il fratello Alfredo erano "costantemente in contatto con gli altri associati (e della famiglia Grande Aracri) in particolare per la commissione su richiesta di delitto di danneggiamento o minaccia a fini estorsivi, commettendo una serie di reati".

Nel 2016, all'inizio del processo Aemilia, Francesco Amato aveva affisso un cartellone provocatorio e pieno di invettive fuori dal Tribunale di Reggio Emilia. Come ha ricostruito l'Ansa, l'uomo si era poi autodenunciato in aula definendosi l'autore di quel cartellone in cui, diceva, "era anche contenuto il nome dell'autore delle presunte minacce al presidente del tribunale di Reggio Emilia Cristina Beretti", per le quali sono state arrestate nelle scorse settimane due persone, tra le quali un sacerdote.

"Bisogna dire la verità: lui non è entrato lì dentro per fare male ma è entrato per dire che 19 anni non se li merita", hanno detto alcuni parenti di Francesco Amato, sopraggiunti nei pressi dell'ufficio postale, i quali hanno parlato di una "condanna ingiusta": "Se oggi ammazzo una persona dopo due giorni sono fuori e poi per una telefonata mi danno 20 anni?".

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