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Martedì, 23 Aprile 2024
ECONOMIA

Redditometro, ok con riserva: ecco cosa il Fisco non può sapere

Il Garante delle privacy ha dato il via libera allo strumento per la lotta all'evasione ma ha preteso sostanziali modifiche. Dalle spese certe al contraddittorio, passando per i "permessi": ecco cosa cambia

ROMA - Il via libera è arrivato accompagnato da alcuni paletti necessari per rendere il nuovo redditometro, sempre più vicino all'esordio, conforme alla normativa sulla privacy. Il Garante delle privacy, infatti, ha chiarito che le correzioni richieste sono necessarie a correggere "i numerosi profili di criticità" che sono emersi. 

Così, dalle spese certe, al contraddittorio, passando per l'esattezza dei dati e per una corretta informativa ai contribuenti il Fisco dovrà rivedere le norme e i procedimenti. 

Il reddito del contribuente, infatti, potrà essere ricostruito utilizzando unicamente spese certe e spese che valorizzano elementi certi come possesso di beni o utilizzo di servizi e relativo mantenimento. Porte chiuse, invece, per l'utilizzo di spese presunte basate unicamente sulla media Istat.

I dati delle spese medie Istat, come ha ordinato il Garante, non possono essere utilizzati per determinare l'ammontare di spese frazionate e ricorrenti per le quali il Fisco non ha evidenze certe. Tali dati infatti, riferibili allo standard di consumo medio familiare, non possono essere ricondotti correttamente ad alcun individuo, se non con notevoli margini di errore in eccesso o in difetto.

Ancora: il "fitto figurativo", attribuito al contribuente in assenza di abitazione in proprietà o locazione nel comune di residenza, non verrà utilizzato per selezionare i contribuenti da sottoporre ad accertamento, ma solo, se necessario,l a seguito del contraddittorio. Il "fitto figurativo", infatti, dovrá essere attribuito solo una volta verificata la corretta composizione del nucleo familiare, per evitare le incongruenze riscontrate dal Garante.

Altra richiesta dell'Authority per la privacy è stata che l'Agenzia sia particolarmente attenta alla qualità e all'esattezza dei dati al fine di prevenire e correggere le evidenti anomalie riscontrate nella banca dati o i disallineamenti tra famiglia fiscale e anagrafica. La corretta composizione della famiglia è, evidentemente, rilevante per la ricostruzione del reddito familiare, l'individuazione della tipologia di famiglia o l'attribuzione del fitto figurativo.

Il contribuente, inoltre, dovrá essere informato del fatto che i suoi dati personali saranno utilizzati anche ai fini del redditometro.

Nell'invito al contraddittorio, infine, dovrà essere specificata chiaramente al contribuente la natura obbligatoria o facoltativa degli ulteriori dati richiesti dall'Agenzia e le conseguenze di un eventuale rifiuto anche parziale a rispondere. Dati presunti di spesa, non ancorati ad alcun elemento certo e quantificabili esclusivamente sulla base delle spese Istat, non potranno costituire oggetto del contraddittorio. Questo perché la richiesta di tali dati, relativi ad ogni aspetto della vita quotidiana, anche risalenti nel tempo, entra in conflitto con i principi generali di riservatezza e protezione dati sanciti in particolare dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Un Fisco più "umano" è pronto?

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