"Non taggare i compagni": le regole del Partito comunista per l'uso di Facebook
Il decalogo che spiega ai militanti del partito quale sia l'uso dei social network "fedele alla linea". Un vero e proprio Manifesto social(ista)
Non si possono taggare i compagni, per motivi politici, storici, filosofici e culturali. Non più di qualche selfie, ma solo al Congresso e con moderazione. In ogni caso mantere un "profilo" basso, visto che la natura dei social network "spinge oggettivamente all'individualismo e alle peggiori perferomance di protagonismo". In realtà non ha tutti i torti il decalogo pubblicato dal Partito comunista di Marco Rizzo che spiega ai militanti come usare correttamente Facebook e Twitter.
Regole ferree per chi vuole essere "fedele alla linea" che riguardano molti aspetti dei social, in particolare l'uso delle immagini proprie e dei propri "compagni". Tutto frutto di riflessioni di ispirate alla "dottrina leninista dell'organizzazione" e la propaganda per espandere la rivoluzione rimane uno dei punti fermi: "La pubblicazione di fotografie e filmati di manifestazioni del Partito devono esser improntate alla massima efficacia propagandistica e consapevolezza politica dell'evento".
Attenzione poi a cosa si dice sui social, agli scambi di opionioni: tutto vietato. Anche se "è auspicabile che i membri del Partito promuovano, condividano e tagghino i post degli organi nazionali". Quindi, per favore un uso consapevole.