Cercano cadaveri di mafia, trovano rifiuti tossici: aperta una doppia inchiesta
I pentiti di mafia avevano indicato di scavare a Carini per ritrovare i resti di Antonino Failla e Giuseppe Mazzamuto, ma sottoterra c'erano Rifiuti speciali, tossici, fusti e residui di lavorazioni industriali. Indagano i Carabinieri del Noe
PALERMO - Rifiuti speciali, tossici, fusti e residui di lavorazioni industriali: gli hanno scoperti i Carabinieri del Comando provinciale di Palermo mentre stavano effettuando degli scavi a Carini per cercare di ritrovare i resti di Antonino Failla e Giuseppe Mazzamuto, vittime della lupara bianca nell'aprile 1999.
Dopo che i collaboratori di giustizia Antonino Pipitone e Gaspare Pulizzi, assieme a una fonte confidenziale, avevano indirizzato i militari a scavare in aree di pertinenza dei familiari di uno dei due pentiti, i Pipitone di Carini e Torretta, sono stati avviati i lavori per lei per consentire ai georadar di effettuare le verifiche in profondità. Gli investigatori si sono però imbattuti in di fusti e bidoni pieni di sostanze ancora da identificare.
Una inchiesta è stata affidata al Noe, il nucleo operativo ecologico dei carabinieri, il cui obiettivo è verificare se si tratti di sostanze tossiche, il cui smaltimento libero e attraverso l'interramento è vietato dalla legge.