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Giovedì, 18 Aprile 2024
lotta alla mafia

Dopo le minacce di Riina parla Don Ciotti: "Non mi paragono a Puglisi, sono piccolo e fragile"

Libera chiede di non abbassare la guardia: "Altrimenti le mafie ritornano a minacciare i simboli e le persone. Chiediamo sforzi ulteriori anche alla politica". Don Ciotti: "Io mi riconosco in una Chiesa che interferisce"

Tanto affetto, tanti attestati di stime per Don Ciotti dopo la pubblicazione delle minacce di Totò Riina. Libera chiede che l'attenzione resti sempre al massimo livello: "Le minacce di Riina a Don Ciotti sono rivelatrici di quanto il lavoro di Libera abbia inciso e colpito le mafie. Ma sono anche il segnale di quanto debba essere moltiplicato questo impegno, di tutti, delle singole persone, delle Istituzioni,della politica, della cultura e dell’informazione. Perche’ appena si abbassa la guardia, le mafie ritornano a minacciare i simboli e le persone. E’ il loro linguaggio di morte e di violenza; conoscono quello e contro quelle minacce, come scrive Libera, solo il “noi” vince, solo il noi collettivo, fatto di singoli impegni quotidiani messi in comune in una grande politica collettiva"

"Non è un caso - dicono da Libera - che la conversazione di Riina con il suo compare Lorusso, in quell’ora d’aria del settembre scorso, parta proprio dalla beatificazione di Don Puglisi, da quel  prete scomodo, ucciso al quartiere Brancaccio di Palermo, perché’ con l’educazione, con il rapporto con i giovani  e l’esempio quotidiano etico e morale,contrastava il controllo del territorio da parte delle famiglie mafiose. Ed infatti le minacce a Don Ciotti coinvolgono anche le cooperative sui terreni confiscati alle mafie , cioè quei beni che i mafiosi vedono ogni giorno utilizzati da giovani agricoltori e trasformati in beni collettivi, sostituendo la loro logica mafiosa di arricchimento violento e criminale, con l’etica del bene comune, della legalita’, del lavoro collettivo gestito sotto l’egida delle Istituzioni"

La mafia si sente doppiamente colpita nel controllo del territorio: dall’etica della legalità, dagli 8000 giovani che ogni estate passano le loro vacanze nei campi estivi di Libera, ma anche dai fatti concreti. Oltre al lavoro quotidiano di magistratura e forze di polizia, l'associazione chiede che ci siano impegni rafforzati e maggiori da parte della politica, per rafforzare le leggi contro la corruzione e le mafie, per la legalità e la confisca dei beni mafiosi.

Libera chiede di rilanciare l’impegno di chi nella società ha il compito di tenere accesi i riflettori sulle mafie, di denunciare corruzione, malaffare e mafie. "L’informazione, che troppo spesso è altalenante nel dare risalto alle notizie sulle mafie, ha ora il dovere di rilanciare inchieste e servizi giornalistici. Soprattutto in quel servizio pubblico radiotelevisivo che proprio nel suo radicamento nella società, nei valori etici e morali del nostro paese, fonda una delle sue ragioni di esistenza".

DON CIOTTI -  "Per me l'impegno contro la mafia è da sempre un atto di fedeltà al Vangelo, alla sua denuncia delle ingiustizie, delle violenze, al suo stare dalla parte delle vittime, dei poveri, degli esclusi. Al suo richiamarci a una 'fame e sete di giustizia' che va vissuta a partire da qui, da questo mondo". Così don Luigi Ciotti ribadisce dopo le minacce di Riina.

"Non mi paragono a Puglisi, sono piccolo e fragile" - "Riguardo don Puglisi, che Riina cita e a cui non oso paragonarmi perché sono un uomo piccolo e fragile, un mafioso divenuto collaboratore di giustizia parlò di 'sacerdoti che interferiscono'. Ecco io mi riconosco in questa Chiesa che 'interferisce'", ha poi aggiunto.

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