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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Roma, movimenti denunciano: "repressione stile Val di Susa"

Lunga conferenza stampa davanti la sede del Cipe dove venerdì scorso durante una manifestazione No Tav si erano registrati disordini terminati con quattro arresti

Sono tornati stamattina davanti la sede del Cipe, in via della Mercede, "per denunciare la repressione del Governo Monti contro le lotte sociali e territoriali". Un centinaio di attivisti dei movimenti di lotta per l'abitare della Capitale, insieme a esponenti politici del centrosinistra, hanno scelto il Comitato interministeriale per la programmazione economica come luogo per tenere la conferenza stampa dopo gli arresti di venerdì, convalidati sabato dopo dieci ore di Camera di consiglio.

In fondo, è proprio al Cipe che tutto è iniziato. Mentre la Fiom manifestava tra piazza Repubblica e piazza San Giovanni, un centinaio di attivisti ha provato a fare irruzione nella sede governativa dove si stava svolgendo la riunione per la delibera dei primi 20 milioni di euro per le compensazioni in Val di Susa come richiesto dal presidente del Piemonte Cota. Immediatamente sono partite le cariche che hanno respinto i manifestanti. Fuori, la gente si è seduta in terra per farsi identificare ma in pochi minuti la situazione è degenerata.

Risultato: quattro manifestanti, di cui due extracomunitari, sono stati arrestati. Tra loro, Paolo Di Vetta, attivista dei Blocchi precari metropolitani e dirigente dell'Unione sindacale di base. E proprio Di Vetta è stato l'unico degli arrestati per il quale sono scattati, sabato, gli arresti domiciliari.

"Una decisione politica" denunciano i manifestanti in conferenza stampa "per colpire, a Roma come in Val di Susa la testa del movimento". Di Vetta, però, stando alle accuse delle forze dell'ordine sarebbe colpevole non solo di resistenza ma anche di aggressione a pubblico ufficiale.

Di tutt'altro avviso due testimoni: il senatore Stefano Pedica (Idv) e il consigliere della Regione Lazio Fabio Nobile (Fds) che raccontano invece di un "arresto politico, figlio di un clima di repressione inaccettabile". Il tutto, secondo gli esponenti politici presenti alla conferenza stampa e gli attivisti di movimento, aggravato dal fatto che "la manifestazione di venerdì puntava a chiedere che i soldi destinati alla Tav fossero stanziati per le vere emergenze del paese, in primis quelle al reddito e alla casa".

La conferenza stampa si è chiusa con l'appuntamento per un corteo "contro la Tav, contro la repressione" che sabato 17 marzo attraverserà le strade della Capitale.

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