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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Rozzano, il preside al contrattacco: "Non ho vietato la festa"

Anche i genitori si dividono sul caso del "Natale cancellato" nella scuola Garofani. La Cgil si schiera a sostegno del preside (che accusa la stampa). Salvini e La Russa (contestato) in presidio con presepe e cd musicali

C’è chi lo condanna e chi lo difende. L’Italia si spacca sul 'Natale laico'  di Rozzano. Ieri, come riporta La Stampa, una cinquantina di genitori si sono dati appuntamento davanti ai cancelli della scuola Garofani, per manifestare il proprio sostegno a Marco Parma, il dirigente scolastico finito al centro delle polemiche per aver 'cancellato' la festa di Natale. 

In realtà, come abbiamo precisato in un precedente articolo, il preside si è "limitato" a vietare i canti religiosi nel concerto di fine anno - ribattezzato Festa d’Inverno in ossequio al politically correct, dicono i maligni - , in programma dopo le feste natalizie.

Perché? Davanti alle telecamere del Corriere della Sera, Marco Parma si era lasciato scappare una frase decisamente controversa: "Dopo Parigi potevano essere visti come una provocazione, forse anche pericolosa". Apriti cielo! Finito nell’occhio del ciclone, Parma ha rassegnato il mandato in attesa di un incontro al provveditorato.

Nel comunicato il preside ne ha soprattutto per la stampa che ha sollevato "una bufera mediatica" sulla base di "notizie in parte distorte e in parte infondate (...). Non esistono iniziative 'cancellate' o 'rinviate'. L'unico diniego che ho opposto riguarda la richiesta di due mamme che avrebbero voluto entrare a scuola nell’intervallo mensa per insegnare canti religiosi ai bambini cristiani: cosa che continuo a considerare inopportuna".  

Ieri il preside ha anche incassato il sostegno del sindacato. Per Caterina Spina, segretaria generale della Flc Cgil di Milano, Parma è stato oggetto di una "strumentalizzazione che punta a scambiare l'attenzione per le sensibilità e le culture in ostilità per le feste, il lavoro quotidiano per costruire un comune sentimento di appartenenza in pregiudizio e intolleranza".

Per la verità le prese di posizione a favore del dirigente finiscono qui. La Cei ha definito l’iniziativa "ridicola" e "ideologica" e anche il premier (e con lui il Pd) si è affrettato a scaricarlo, bollando l’accaduto come un tentativo di "affogare le identità in un politicamente corretto indistinto e scipito" e ribadendo che "il Natale è molto più importante di un preside in cerca di provocazioni".

"CANTI RELIGIOSI A NATALE? UNA PROVOCAZIONE"

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E oggi a Rozzano è stato il giorno di Matteo Salvini che come promesso si è presentato davanti ai cancelli della scuola armato di presepe e cd musicali. "Pensare che Gesù bambino possa essere una provocazione è una cosa da fuori di testa", ha detto Salvini, aggiungendo: "Spero che questo signore - ha detto riferendosi al preside - adesso faccia qualcosa d'altro nella vita".

Con Salvini anche La Russa e altri esponenti di Fratelli d’Italia finiti però al centro di una contestazione: "Non vogliamo bandiere, non vogliamo strumentalizzazioni", si sono sfogati i genitori dei bambini che frequentano la scuola elementare. 

"Non c'è nessuna strumentalizzazione - ha detto l'esponente Fdi Ignazio La Russa - non è un problema che riguarda solo i bambini di Rozzano. Siamo qui per difendere l'identità nazionale, per difendere la nostra identità, anche laica. Siamo qui per dire che nessuno può impedirci di avere le nostre tradizioni, la nostra cultura, la nostra storia, i nostri simboli. Non stiamo strumentalizzando niente. Io sono qui senza bandiere - ha concluso - e adesso le toglieranno". Dopo le parole di La Russa, i militanti di Fratelli d'Italia hanno tolto i vessilli di partito.
 

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