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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Bimbi dimenticati in auto: il salva-bebè potrebbe diventare realtà

Il dispositivo avvisa i genitori che hanno dimenticato il figlio in auto: è stato ideato in Italia

Il "salva-bebè" è un dispositivo capace di evitare tragedie purtroppo sempre più frequenti, quelle dei bambini morti perché dimenticati in auto, ed è nato in una scuola pubblica toscana. 

L'assessore regionale toscano ai trasporti Vincenzo Ceccarelli, all'indomani della tragedia avvenuta nello scorso mese di luglio a Vada, in provincia di Livorno, e costata la vita ad una bambina di pochi mesi, aveva scritto al ministro Graziano Delrio e al viceministro Riccardo Nencini per segnalare al governo l'esistenza di un dispositivo - ideato e brevettato tre anni fa da una scuola di Bibbiena (Arezzo) - capace di 'avvisare' i genitori nel caso in cui il bambino resti chiuso in macchina. 

L'incontro tra la scuola, l'istituto Fermi di Bibbiena, e l'esecutivo è avvenuto a Firenze, dove il viceministro Nencini e l'assessore Ceccarelli hanno valutato insieme agli ideatori del meccanismo il suo funzionamento e le sue possibili applicazioni. "All'indomani dell'ultima tragedia - spiega Ceccarelli - mi ero assunto l'impegno di far conoscere al governo l'esistenza di questo progetto dell'istituto Fermi di Bibbiena. Oggi l'incontro c'è stato e credo che sia stato importante e positivo, soprattutto perché proprio in questi mesi Parlamento e governo stanno lavorando alla revisione del codice della strada. Se nel nuovo codice sarà prevista l'obbligatorietà di strumenti come questo a bordo delle auto, credo che l'idea dell'istituto tecnico di Bibbiena potrà trovare un grande campo di applicazione e molti bambini saranno più al sicuro".

COME FUNZIONA - Il progetto, denominato 'Ricordati di me', è stato inventato e realizzato dagli studenti dell'Isis Fermi di Bibbiena (Arezzo). Si tratta di un seggiolino che 'avverte' mamma e papà nel caso in cui il bambino sia rimasto chiuso in auto accendendo le frecce, facendo suonare il clacson e addirittura inviando sms ai loro cellulari e ad altri numeri impostati. Perché il 'sistema di allarme' scatti devono verificarsi contemporaneamente quattro condizioni: bambino appoggiato sul seggiolino, spegnimento del motore dell'auto, apertura della portiera, uscita del guidatore.

E' prevista anche la possibilità di attivare una scheda gps che consenta di localizzare l'auto. Gli "inventori" sono sedici ragazzi che all'epoca frequentavano la terza classe dell'istituto, che hanno lavorato coordinati dal professor Pier Luigi Bargellini con l'assistenza dei tecnici Alberto Larghi e Vasco Claudio Castelli. Secondo gli ideatori, la produzione del seggiolino su larga scala non costerebbe molto e potrebbe permettere di salvare numerose vite.

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