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Mercoledì, 24 Aprile 2024
diritti umani

"Troppo sangue infetto": l'Europa condanna l'Italia

E' la seconda volta che il nostro Paese viene condannato dalla Corte di Strasburgo sul tema: la prima sentenza obbligava lo Stato a pagare i 60mila infettati

La Corte europea dei diritti umani (Cedu) ha di nuovo condannato il nostro paese, ma stavolta le carceri non c'entrano: lo Stato dovrà risarcire gli oltre 60mila pazienti a cui è stata somministrata una trasfusione con sangue infetto. 

La Cedu ha stabilito che lo Stato deve versare a tutti gli infettati l'indennità integrativa speciale prevista dalla legge 210/1992. Non è la prima volta che i giudici di Strasburgo si esprimono su questo tema: la prima volta era stato nel 2013 e il tutto era partito da un esposto presentato da 162 pazienti  che avevano contratto hiv, epatite B o C dopo una trasfusione o somministrazione di emoderivati. 

Soddisfatta l'associazione Politrasfusi (Api) perché adesso "i cittadini infettati ricevono un indennizzo, sulla base della legge 210 del 1992, pari a un minimo di circa 540 euro al mese. Ma grazie alla sentenza percepiranno cento euro in più". 

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