Spesa pubblica per la sanità sempre meno adeguata ai bisogni dei cittadini. Conseguenza, spesa privata sempre più alta.

E' il risultato di una ricerca realizzata dal Censis e presentata nel corso del Forum per la Ricerca Biomedica secondo la quale i cittadini italiani hanno speso di tasca propria 30,6 miliardi di euro per la salute, con un incremento dell'8% nel periodo 2007-2010 rispetto al triennio precedente.

Il tutto a causa dei continui tagli al settore sanità, come spiegato dal presidente del Censis, Giuseppe De Rita: "E' stimato in 17 miliardi di euro nel 2015 il gap totale cumulato tra le risorse di cui ci sarebbe bisogno per coprire i bisogni sanitari dei cittadini e i soldi pubblici che il Servizio sanitario nazionale avrà a disposizione". 

Per capire la mole del problema, la fotografia più nitida è rappresentata dalla spesa per i farmaci: taglio del 3,5% della spesa pubblica, incremento della spesa privata del 10,7% nel triennio 2007-2010. Con un ulteriore rischio, quello rappresentato dai ticket. Per quello sui farmaci, a fine anno si supererà il miliardo di euro. Sommando poi quelli su diagnostica, specialistica e pronto soccorso, la spesa per i cittadini è stimabile in 4 miliardi di euro.

Sempre nel corso del Forum è arrivata la risposta del ministro della Salute, Renato Balduzzi: "In sanità è necessario sviluppare la cultura dell'appropriatezza delle prestazioni. L'unica risposta agli sprechi, all'inefficacia e all'illegalità è proprio l'appropriateza che deve diventare la divisa mentale non solo dei professionisti ma anche degli utenti". Obiettivo "più governance", perchè "non è accertato che più risorse determinano più qualità".