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Giovedì, 28 Marzo 2024
PROFEZIE

Niente scuola. E' la fine del mondo

Davide Rossi, segretario del sindacato della scuola Sisa, ha scritto una lettera al ministro Profumo: "Non crediamo alla profezia Maya del 21 dicembre, ma chiediamo la chiusura delle scuole"

Tutto finirà il 21 dicembre 2012. Lo dicono i Maya. Davide Rossi, segretario generale del Sisa - sindacato indipendente della scuola e dell'ambiente - non ci crede, ma intanto ha scritto una lettera al ministro dell'istruzione Profumo per chiedere la sospensione delle lezioni per il 21 dicembre.

"Non ci crediamo - dice Rossi - ma c'è chi si agita e abbiamo già ricevuto diverse segnalazioni dagli studenti, indecisi sul da farsi. L'obiettivo della scuola è avere le classi piene". Il Sisa, rivendica Rossi, "ha un approccio scientifico" e, come si legge in un comunicato, rammenta che "è in corso la sesta estinzione di massa della storia del pianeta, che ha tutte le caratteristiche per essere la più terribile. Ma nessuno ne parla, e noi chiediamo che si apra il dibattito nelle scuole".

LETTERA APERTA AL MINISTRO PROFUMO - Questo il testo integrale della lettera inviata dal sindacalista al ministro: "Il Sisa, pur ritenendo prive di fondamento le tesi connesse con la fine del mondo, prevista per il 21 dicembre 2012, ritiene che molto probabilmente l’avvicinarsi di tale data genererà fenomeni di massa, quali allontanamento dai centri cittadini verso la campagna e accaparramento di generi di prima necessità, non solo alimentari. Dal punto di vista didattico è prevedibile una forte riduzione della frequenza scolastica dei discenti".

"Ci domandiamo - scrive ancora Rossi - se, nell’esclusivo interesse del successo dell’azione educativa, non valga la pena anticipare l’inizio delle vacanze natalizie, stabilendo nel 19 dicembre 2012 l’ultimo giorno di scuola del corrente anno solare, per tutto il territorio nazionale. Si permetterebbe così, a chi lo ritiene necessario, di potersi allontanare dalla propria abituale dimora nel corso della giornata del 20 dicembre 2012. Rispetteremmo così la libertà delle persone, anche quando fondate su tesi discutibili, e nel contempo garantiremmo alle scuole il loro regolare funzionamento, evitando di tenerle aperte in giornate in cui è prevedibile presupporre molte assenze".
 

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