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Venerdì, 29 Marzo 2024
CRONACA / Ancona

"Era troppo magra, la setta macrobiotica le vietò di andare al funerale del fratello"

Spuntano altre testimonianze di vittime che hanno denunciato la così detta setta macrobiotica al centro di un’indagine della Distrettuale Antimafia della Procura di Ancona

Da AnconaToday - Era il 2001 quando lui, affetto da AIDS, arrivò a casa con febbre alta, svenimenti e crisi respiratorie. In ospedale non ci voleva andare perché i medici gli avrebbero fatto mangiare piatti della dieta mediterranea regolarmente conditi, considerati deleteri per il "popolo macrobiotico". Ma stava troppo male e fu ricoverato.

"Quella fu l’ultima volta che vidi mio fratello perché l’associazione Un Punto Macrobiotico non mi permise di andarlo a trovare in ospedale, mi dissero che gli operatori sanitari, nel vedermi in quelle condizioni (pesavo poco più di 35 chili) avrebbero potuto decidere per un ricovero forzato, quindi mi dicevano che ero in pericolo a mostrarmi così. Per lo stesso motivo, riguardo a parenti e ad amici, non potei andare neppure al suo funerale".

C’é anche questo nel racconto della donna che per prima, nel 2013, denunciò Mario Pianesi, il guru del macrobiotico indagato insieme ad altre 3 persone con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata ad un serie di reati, attraverso i quali si alimentava quella che la DDA della Procura di Ancona considera una vera setta.

Un gruppo in cui, stando al racconto delle vittime, gli adepti perdevano la loro autodeterminazione, seguendo ciecamente gli insegnamenti del guru Pianesi, per una vita fatta di dieta ferrea e prescrizioni comportamentali da accettare come dogmi, unica strada percorribile per arrivare "alla salute, la felicità personale e la libertà non solo individuale ma dell’umanità intera".

Succube del fidanzato che la voleva magra, la storia di una vittima della setta

E se qualcuno non guariva, pur seguendo ciecamente anche la regola di masticare 200 volte ogni boccone o di alzarsi sempre dal letto ponendo a terra prima il piede destro, era da ricondurre all’incapacità mentale di scegliere di migliorare.

"Smisi di frequentare gli amici, fui convinta a lasciare il fidanzato di allora, mentre le mie condizioni peggioravano velocemente, la forte anemia rendeva difficile ogni mio singolo gesto - racconta la donna  - Ma per Pianesi era tutto riconducibile ad un problema mentale che mi faceva rimanere legata alla malattia che fondamentalmente io non volevo lasciare andare".

"Se non guarisci è colpa tua" le dicevano.

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