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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Pavia

Il dramma del gioco d'azzardo: mogli contro le slot machine

A Pavia, città record in Italia per la spesa pro capite per le scommesse, venti persone hanno chiesto al tribunale di far interdire loro parenti: "Si sono rovinati per il gioco"

Il dato è agghiacciante: a Pavia c'è una slot machine, ribattezzata "macchina mangia soldi", ogni 136 abitanti. A rivelarlo è il Corriere della Sera. Questo dato fa del cittadina lombarda quella con la più alta densità di slot machine per abitante.

Conseguenza: il denaro sperperato nelle macchinette equivale al 7,8% del prodotto lordo locale, pari a oltre 2800 euro all'anno ad abitante.

Ma la peggiore conseguenza è ciò che questa spesa determina: decine di famiglie precipitante nel baratro del gioco d'azzardo. E per questo ben venti persone, solo nell'ultimo mese, hanno fatto richiesta al tribunale di Pavia di far interdire un loro congiunto che si è letteralmente rovinato per colpa del gioco.

Ma l'interdizione per patologia da 'febbre del gioco', spiega lo psicologo Simone Feder dell'associazione "No Slot" - intervistato dal Corsera - "è una strada difficile da percorrerre". Feder ha preso in mano la situazione di queste venti famiglie e si è fatto portavoce di un movimento che chiede il riconoscimento della malattia psichiatrica 'da slot machine'.

"Temo che questa nostra azione sarà destinata all'insuccesso" spiega, ma "sarà utile per raccontare il livello di allarme al quale siamo arrivati".

Feder spiega come spesso le persone che si rivolgono allo sportello dell'associazione "ci arrivano quando i danni hanno assunto ormai proporzioni irreparabili". Un caso: "Una giovane donna è arrivata a nascondere un satellitare sull'auto del padre per verificare che non si avvicinasse a qualche bar". E il problema si allarga a dismisura con la crisi economica: "Pensionati, cassa integrati, persone in difficoltà economica" sono la preda perfetta per i "signori delle slot".

"Lo scoglio principale che hanno davanti le famiglie - conclude Feder - è sempre lo stesso: in Italia la dipendenza dal gioco non è ancora riconosciuta come malattia sociale e diventa difficile da dimostrare davanti alle autorità. Chi chiede il sostegno di strutture sociali deve riferire di essere affetto anche da altre forme di dipendenza, come l'alcol. Il che spesso è vero".

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