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Giovedì, 25 Aprile 2024
CRONACA

Sparatoria Palazzo Chigi: "Volevo uccidere, aspettavo i politici"

Una ripresa mostra Luigi Preiti mentre spara a braccia tese contro i carabinieri. Intanto, spunta il giallo della pistola. Giuseppe Giangrande resta in prognosi riservata

Voleva uccidere. Mirare ad un politico, sparare ed uccidere. Quando, però, ha capito che sarebbe stato impossibile, ha steso le braccia e fatto fuoco contro i carabinieri davanti Palazzo Chigi. E' questa la sua versione dei fatti. Ed è questa la convinzione della procura di Roma che ha chiesto la convalida dell'arresto e fissato per domani alle ore 10, al carcere di Rebibbia, l'interrogatorio di garanzia per Luigi Preiti, l'uomo che domenica ha sparato all'impazzata in piazza Colonna ferendo due carabinieri. Intanto, Giuseppe Giangrande, il carabiniere colpito dall'attentatore, resta in prognosi riservata. 

L'obiettivo di Preiti, però, non erano i carabinieri. A confessarlo è lo stesso attentatore, che ai pm ha detto: "Ero appostato davanti a Palazzo Chigi in attesa del passaggio di politici". Per la magistratura, però, fa poca differenza. 

LA MAGISTRATURA - Luigi Preiti ha compiuto "atti idonei diretti in modo non equivoco a cagionare la morte, non riuscendo nell'intento per cause indipendenti dalla sua volontà". Tradotto: lo scopo dell'attentatore era quello di uccidere. E' quanto si legge nel capo d'imputazione presente nella richiesta di convalida inoltrata dai magistrati Laviani e Nespola al gip Nicotra. E, ad avvalorare ulteriormente la tesi dei pm, ci sono delle immagini riprese dalle telecamere di sicurezza della piazza che mostrano Preiti mirare ai carabinieri prima di sparare. 

L'accusa per Preiti è di tentato omicidio plurimo per "avere con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso esploso sette colpi di arma da fuoco a distanza ravvicinata ed altezza uomo, attingendo così al collo il carabinieri Giangrande e alla gamba l'appuntato Negri e al giubbotto il vicebrigadiere Murrighile che lo stava affrontando". 

A Preiti è contestata anche la detenzione di arma clandestina, una calibro 7.65, di proiettili e ricettazione. Proprio sull'arma si stanno concentrando le indagini della magistratura. 

IL GIALLO DELLA PISTOLA - Resta ancora da chiarire, infatti, dove Preiti abbia comprato la pistola che presenta la matricola abrasa. E, ad infittire ulteriormente il giallo, c'è un punta di un trapano che è stata ritrovata nella sua borsa e che potrebbe essere stata usata proprio per cancellare il numero di serie dell'arma e renderla così irriconoscibile. Dal "bagaglio" di Luigi Preiti, però, è uscito anche altro. In particolare, una mappa di Roma con dei punti strategici cerchiati: l'hotel vicino la stazione Termini, dove Preiti ha alloggiato, e piazza Colonna, dove poi domenica ha messo in atto il suo piano folle. 

DALLA STAZIONE DI GIOIA TAURO - L'attentatore sarebbe arrivato a Roma in treno, perchè pochi giorni prima avrebbe preso una multa salatissima con l'auto. A dimostrazione di ciò, ci sarebbero immagini delle telecamere della stazione di Gioia Tauro che lo riprendono in partenza con una borsa in mano. La stessa borsa in cui potrebbe avere custodito la pistola, la punta di trapano e la mappa della Capitale. 

"HA AGITO SENZA SOSTEGNO" - Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, in giornata, ha riferito nuovamente in Senato sui tragici fatti di domenica. "Prieti - ha ricordato il vicepremier - è disoccupato, con una situazione economica e familiare difficile e con possibili problemi di ludopatia. E' in questo complesso vissuto che vanno verosimilmente ricercati i motivi di questo gesto sconsiderato, come sembrano confermare anche i genitori che hanno ribadito la condizione di disagio del figlio che mostrava segni di esasperata intolleranza nei confronti delle istituzioni e del mondo politico". 

Quindi, "Preiti ha agito senza il sostengno di nessuno". Nonostante il timore di molti, Alfano ha sottolineato che "la tenuta dell'ordine pubblico e della sicurezza resta salda".

BOLLETTINO MEDICO GIANGRANDE - Intanto, il Policlinico Umberto I ha diffuso un nuovo bollettino medico sulle condizioni di salute di Giuseppe Giangrande. "I parametri vitali del brigadiere Giuseppe Giangrande - hanno riferito i sanitari - si sono mantenuti stabili durante la notte. Le condizioni neurologiche permangono invariate. Il paziente rimane sedato e ventilato meccanicamente, in quanto, al momento, non è possibile garantire l'autonomia respiratoria efficace e continuativa. La prognosi resta riservata"

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