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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il caso

Spese pazze in Sicilia: borse, auto e cene galanti con i soldi pubblici

I pm indagano sull’uso sospetto di tredici milioni di euro destinati ai vari gruppi parlamentari: 97 indagati, coinvolti 13 consiglieri con l'accusa di peculato. C'è anche "l'uomo di Renzi"

ROMA - Acquisti di borse e cravatte di lusso, viaggi, alberghi a 5 stelle e cene galanti, e ancora automobili di valore. Un giro di 13 milioni di euro l'anno, i fondi pubblici destinati al funzionamento dei gruppi parlamentari, metà dei quali secondo i magistrati spesi illecitamente.

La nuova "bomba" giudiziaria che ha scosso l'Assemblea regionale siciliana è esplosa proprio mentre ieri pomeriggio Sala d'Ercole discuteva la legge Finanziaria, al culmine di un estenuante tour de force che va avanti ormai da diversi giorni. La procura di Palermo ha notificato 13 avvisi di garanzia per peculato ai capigruppo della scorsa legislatura, nell'ambito di un'inchiesta che vede complessivamente indagate 97 persone tra cui 83 tra deputati ed ex deputati.

Ad innescare la "bomba" è stato Antonello Cracolici, deputato regionale del Partito democratico, che ha chiesto la possibilità d'intervenire in Aula spiegando: "Ho ricevuto qualche ora fa un avviso a comparire davanti alla procura di Palermo per fatti che riguardano la mia funzione di capogruppo nella scorsa legislatura - ha detto Cracolici -. Essendo un uomo pubblico, l'ho fatto per evitare interpretazioni che possano creare fatti di retroscena di chissà quale mistero si possa collegare ad una vicenda giudiziaria che si è aperta sulla fine della scorsa legislatura. Tutte le contestazioni che mi vengono mosse riguardano la funzione di capogruppo, non vengo accusato di aver messo un euro in tasca, o un acquisto improprio".

"SPESE DA FARAONE" - Un'indagine avviata due anni fa, e che ha visto la guardia di finanza "far visita" un paio di volte negli uffici dei gruppi parlamentari all'Ars. La lente della magistratura vuol fare luce su tutte le spese dei gruppi della scorsa legislatura, ritenute poco chiare. Gli avvisi di garanzia, oltre ad Antonello Cracolici, sono stati notificati ai 13 capigruppo della passata legislatura, alcuni dei quali ancora oggi sono "inquilini" di Palazzo dei Normanni. E non solo. Tra loro infatti c'è anche il deputato nazionale del Pd Davide Faraone. Al responsabile del Welfare nella neocostituita segreteria di Matteo Renzi, la procura contesta 3.380,60 euro. "Non ho ricevuto al momento alcuna comunicazione e sono comunque serenissimo - ha detto Faraone -. Anzi, quanto accaduto sarà l'occasione per far conoscere a tutti, i modi in cui ognuno di noi utilizza le risorse destinate a fini politici e di rappresentanza". Subito all'attacco gli M5s: "Il vecchio-nuovo Pd di Renzi inciampa nelle spese da...Faraone. Dopo l'inchiesta per peculato ai danni del suo parlamentare, che cosa ha da dire Matteo Renzi? Perché non parla?", scrive in una nota Maurizio Santangelo, capogruppo M5s al Senato.

Ma nell'inchiesta è indagato anche l'attuale presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, che al tempo dei fatti contestati era un semplice deputato dell'Udc. Ad Ardizzone sono contestati 2.090 euro ricevuti dall'Ars dopo essere passato al Gruppo misto per il rimborso forfettario per il portaborse: "Io la mattina mi alzo e guardo in faccia i miei figli - ha detto Ardizzone -. Se è questa la contestazione, è un fatto contabile automatico. Nel momento in cui si scioglie il gruppo, una parte della cifra, poco superiore ai 4 mila euro, la paga il Gruppo misto. Ribadisco piena collaborazione e fiducia alla magistratura, dico però e chiedo di fare presto. Non è giusto. Mi sento sereno ma si faccia presto, perchè non è obiettivamente giusto".

L'indagine della procura, coordinata dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai pm Sergio Demontis, Maurizio Agnello e Luca Battinieri, coinvolge anche l'ex presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, l'ex presidente dell'Ars, Francesco Cascio, così come diversi ex assessori regionali. Tra questi Alessandro Aricò, Michele Cimino e Pippo Gianni. Ma la lista è lunga, e conta anche numerosi collaboratori e portaborse. Indagati sono anche il segretario regionale siciliano del Pd, Giuseppe Lupo, e il capogruppo dei democratici all'Ars, Baldo Gucciardi.

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