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Giovedì, 28 Marzo 2024
Stamina

Stamina, inchiesta verso la chiusura: saranno venti gli indagati

Le indagini incentrate sull'inefficacia del metodo. Intanto su richiesta del garante della privacy è stato rimosso da Youtube un video in cui Vannoni parla con i famigliari della piccola Nicole

Venti indagati. Si avviano versa questa chiusura le indagini della procura di Torino sulla Stamina Foundation. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Stampa, sarebbe già 12 le persone alle quali è stato notificato l'avviso di chiusura indagini mentre altre 8 persone "stanno per riceverlo".

Secondo quanto si apprende sarebbero medici e manager che "avrebbero facilitato - scrive il quotidiano torinese - l’ingresso della terapia ad uso compassionevole negli Spedali Civili di Brescia, struttura pubblica". 

Mancherebbero solo gli ultimi controlli disposti sugli ultimi casi, poi il pm Guariniello chiuderà i fascicoli. E la discussione sulla fondatezza scientifica o meno del metodo ideato da Vannoni potrebbe finire in tribunale.

Ma il caos non si ferma alle questioni legali. E' notizia di queste ore che il garante della privacy ha intimato la rimozione del video da Youtube in cui si vede Vannoni dialogare con la famiglia della piccola Nicole, bambina malata di Sla, dopo i presunti miglioramenti a seguito delle infusioni di cellule staminali. Il video era postato su un profilo Facebook riconducibile alla fondazione Stamina, ma Vannoni si difende: "Non ho mai effettuato visite mediche su Nicole né ho diffuso per primo il video che ritrae la piccola, ma l’ho semplicemente ripreso da alcuni comitati pro-Stamina".

Intanto emergono i primi particolari sull'inchiesta del pm Guariniello: si parte da un lato dall'inefficacia ,se non addirittura sulla dannosità delle infusioni praticate ai pazienti; dall'latro si indaga sulle somme che gli esponenti della fondazione avrebbero chiesto, a diverso tutolo, ai pazienti o ai loro famigliari. 

IL VIDEO . "Il video - si legge nella nota del Garante per la protezione dei dati personali - mostra in chiaro il volto della bambina, rendendola così chiaramente identificabile, e lede in modo gravissimo la dignità della piccola malata, determinando una indebita diffusione di dati personali, particolarmente sensibili, in completa violazione del Codice sulla protezione dei dati personali".

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