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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Rigopiano, lo sfogo della mamma di Feniello: "Stefano ucciso da interessi economici"

La famiglia del ragazzo salernitano, inserito erroneamente nella lista dei superstiti, ha presentato un esposto ai pm per avere "chiarezza". La mamma accusa: "Gli era stato assicurato che c'erano le condizioni per andare a Rigopiano"

Stefano Feniello è una delle 29 vittime della slavina che ha travolto e distrutto l'Hotel Rigopiano. In quelle prime ore concitate, nel pomeriggio di venerdì 20 gennaio, il suo nome era stato inserito per errore tra quelli dei cinque superstiti che a breve avrebbero raggiunto l'ospedale.

A due mesi dalla tragedia, la famiglia di Feniello ha presentato un esposto in Procura nei confronti nei confronti del Prefetto di Pescara, del sottosegretario Federica Chiavaroli e di una funzionaria della Protezione Civile. L'obiettivo dei genitori di Stefano, assistito dall'avvocato Camillo Graziano, è capire "se si sia trattato di un madornale errore di comunicazione o se vi sia qualcosa di poco chiaro che noi non conosciamo"

Come ricostruisce l'avvocato Graziano, la mattina di sabato 21 gennaio il sottosegretario Chiavaroli aveva tranquillizato la madre di Stefano dicendole che presto avrebbe riabbracciato il figlio. Ma Feniello era invece ancora sepolto dalla neve. I soccorritori sono riusciti ad estrarre il suo corpo soltanto quattro giorni dopo il ritrovamento della sua fidanzata, Francesca Bronzi, una degli undici superstiti. La ragazza ha sempre raccontato di aver visto Stefano vicino a lei, di aver riconosciuto il suo orologio e di essere riuscita a toccare la sua mano. Esplora il significato del termine: Abbiamo chiesto anche ai soccorritori, ma ci hanno detto che Stefano non era nel punto indicato dalla ragazza. "Successivamente abbiamo appreso dalla stampa che forse Stefano era a quattro o cinque metri da Francesca. Vogliamo capire perché il nome di Stefano era in quella lista e che sia fatta luce su queste discordanze". 

Maria Perilli, la mamma del ragazzo originario di Valva (Sa), ha scritto una lettera aperta alle istutizioni, come riporta SalernoToday.

“Oggi piangono l’economia, dicono di aver subito un danno. Io, invece, lacrime non ne ho più, ho solo un dolore immenso per aver perso Stefano, ucciso da chi, anziché pensare all’incolumità della gente, ha pensato solo all’economia di Farindola”. E ancora: “Dopo il funerale di Stefano – scrive la donna – ho sentito dire che Farindola e i suoi amministratori sono tristi perché questa tragedia è stata un duro colpo per l’economia del paese. Ecco, proprio quell’economia che mio figlio era andato ad alimentare con quella vacanza, quell’economia che oggi dicono è stata uccisa, ha contribuito ad uccidere mio figlio”.

La signora Perilli accusa: “A causa di quell’economia a Stefano è stato assicurato che c’erano le condizioni per andare a Rigopiano, gli è stato detto di stare tranquillo, la strada è sempre pulita, non ci sono problemi. Ma la strada non era pulita; quando è arrivato la stavano pulendo, ha dovuto aspettare che lo spazzaneve finisse di pulirla e poi, scortato dal Sindaco di Farindola, che gli faceva strada, è salito fino alla sua tomba. Hanno pensato all’economia, a far salire quelle povere persone, a portarle su, a garantire che l’incasso dell’Hotel fosse salvo. Il 17 gennaio, il giorno del compleanno di Stefano, l’ho salutato prima che andasse a prendere Francesca per andare in montagna a festeggiare con lei. L’ho salutato dicendogli le solite cose che una mamma dice al proprio figlio quando si allontana – racconta la donna – Non potevo immaginare che quella sarebbe stata l’ultima volta che lo avrei visto e che, dopo più di un mese, mio figlio sarebbe tornato a casa dentro un’urna che raccoglie le sue ceneri”.

"Ringrazio il Presidente della Provincia di Pescara, che ha lasciato che su quella strada maledetta si accumulasse tutta quella neve senza fare nulla per pulirla. Ringrazio il Prefetto di Pescara, che per una notte mi ha fatto credere che Stefano era vivo e che lo avrei abbracciato ancora, e invece mi ha illuso, rendendo questo incubo ancora più atroce. Stringo le ceneri di mio figlio e li ringrazio” conclude la mamma di Stefano"

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