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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca Italia

Bomba ecologica nelle strade di tre Regioni: i Verdi si appellano all'antimafia

"Le strade al veleno di Lombardia, Veneto, Emilia Romagna devono essere decontaminate al più presto". La denuncia di Angelo Bonelli, coordinatore nazionale dei Verdi, ad un mese dall'inizio del processo per l'asfalto "arricchito" da rifiuti tossici

Lombardia, Veneto, Emilia Romagna: queste tre regioni hanno in comune una vera e propria bomba ecologica sotterrata lungo le strade: sono oltre 120 i comuni su cui sono stati sversati, sepolti o incapsulati, tra il 2014-2016, oltre 720 mila tonnellate di conglomerato miscelato con sostanze tossiche.

"Metalli pesanti come fluoruro, bario, piombo, arsenico, mercurio, diossine o sostanze altamente cancerogene come il cromo esavalente sono stati impastati nei conglomerati da cui si ottiene il cemento e il calcestruzzo, in modo da risparmiare e smaltire scorie che avrebbero dovuto essere sottoposte ad un trattamento di decontaminazione" denuncia il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli.

L'esponente di Europa Verde, riprendendo lo scandalo scoppiato nel marzo scorso, ha annunciato "un esposto alla commissione antimafia". Intanto il 20 marzo scorso è inziato a Venezia il processo su uno scandalo in cui la procura lagunare sospetta le infiltrazioni delle cosche.

"Le organizzazioni mafiose -denuncia Bonelli- hanno investito le loro risorse su questo affare e oltre alle 'strade del veleno' gli esempi sono diversi: ad Acerra, secondo la Dda di Napoli, la camorra avrebbe costruito una scuola materna con cemento miscelato con amianto e scarti di acciaierie e polveri di camini industriali, nella ricostruzione post-sismica in Emilia Romagna l'amianto sarebbe stato miscelato con terra per fare le pavimentazioni, secondo l'inchiesta della procura di Bologna sulle 'ndrine nella regione".

"È inaccettabile- afferma il promotore di Europa Verde- Il ministero dell'Ambiente, che ha abrogato il sistema Sistri di tracciabilità dei rifiuti, deve avviare controlli sistematici sui produttori di questi conglomerati, attivare un sistema di tracciabilità dei rifiuti e controllare la situazione ambientale in particolare delle 'strade al veleno' del Nord Est perché c'è il rischio che gli inquinanti presenti nei conglomerati, possano aver determinato un inquinamento per liscivazione di campi attigui"

Rifiuti tossici nell'asfalto, quali sono le strade al veleno

L'inchiesta ha avuto origine dopo un maxi incendio scoppiato il 14 ottobre 2018 a Milano in Via Chiasserini. Altri capannoni hanno però suscitato l'interesse degli investigatori a Venezia, Lodi e Verona.

Sotto accusa il "concrete green", materiale di cui sono state prodotte 718mila tonnellate tra il 2013 e il 2016. Gli inquirenti avrebbero identificato almeno 71 cantieri in cui sono finite circa 300mila tonnellate di questo conglomerato, utilizzato per la realizzazione del sottofondo stradale, partite da un'azienda veneta del settore.

Il prodotto avrebbe avuto sul mercato una grande fortuna, dal momento che veniva venduto a 17 euro al metrocubo contro i 247 euro dei conglomerati ecologici. Un prezzo concorrenziale senza essere sottoposto alla decontaminazione prevista.

Secondo le prime risultanze degli approfondimenti fatti dal corpo Forestale dei Carabinieri è emerso che sarebbero state ditte private ad utilizzare il materiale che ora dovrà essere bonificato. Gli enti locali, oltre a Regione e Provincia, potranno costituirsi parte civile se dalle indagini sui cantieri pubblici e privati prenderà via un processo. L'inchiesta a BolognaRavennaModenaVerona.

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