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Venerdì, 29 Marzo 2024
Mafia

Capaci: "La folla sul luogo della strage alterò i reperti"

I consulenti nominati dalla Procura: "Errori nella fase di raccolta dei reperti"

"L'arrivo di molte persone, sul luogo della strage di Capaci, alterò la conservazione dei reperti rinvenuti". A dirlo Claudio Miniero e Marco Vincenti, i due periti incaricati dalla Procura di eseguire una nuova consulenza sull'esplosivo utilizzato nella strage di Capaci, in cui morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta. 

Secondo i consulenti della Procura "le analisi che furono fatte sull'esplosivo non possono essere contestate". E' però lecito "sollevare critiche" sulla fase della raccolta dei reperti. "Sul posto, infatti, arrivarono parecchie persone, che calpestarono il terreno circostante, alterando la conservazione dei reperti stessi". 

"Un fatto del genere non si era mai verificato", hanno sottolineato i due periti deponendo a Caltanissetta nel processo bis per l'attentato contro il giudice Giovanni Falcone. "Si trattava di una situazione completamente nuova per chi doveva raccogliere i resti di esplosivo e di terreno. Dobbiamo considerare che l'esplosivo conservato in una latta in fondo al mare si conserva meglio perché sta meno a contatto con l'ossigeno e quindi è meno soggetto ad ossidazione".

Il processo sulla strage di Capaci (denominato Capaci Bis) è stato riaperto dopo alcune dichiarazioni rilasciate nel 2008 dal collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza. Secondo il pentito parte dell'esplosivo utilizzato per l'attentato di Capaci proverrebbe da ordigni bellici inesplosi recuperati in fondo al mare e sganciati dagli alleati durante la Seconda Guerra Mondiale.

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