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Venerdì, 29 Marzo 2024
Città Brescia

"Quel romeno mi ha violentato", ma era tutto simulato: il dna è quello del vicino

Clamorosa svolta a Brescia nelle indagini sul caso di una 87enne: la violenza è stata una messinscena per punire l'immigrato col quale non c'erano buoni rapporti di vicinato

BRESCIA - E' stato 39 giorni in carcere con l'accusa di violenza sessuale ai danni di una donna di 87 anni, sua vicina di casa. Ieri il colpo di scena: Saint Petrisor è del tutto innocente, perché il dna ritrovato dai Ris di Parma su mutande e lenzuola (seppur lavate in lavatrice) dell’anziana è quello di un suo vicino di casa, che con lei avrebbe architettato il finto stupro per punire l’immigrato. 

Già una settimana fa - come racconta BresciaToday - il romeno 32enne era stato scarcerato dal penitenziario di Pavia, dopo che le analisi sul materiale organico rilevato a casa della donna avevano confermato che non era possibile che avesse abusato di lei. Le indagini da allora hanno preso una piega diversa: confermata la presenza di un uomo nel letto dell’87enne, bisognava dargli un volto e un nome. La risposta ai dubbi degli inquirenti è arrivata presto: dopo il prelievo di saliva e l’interrogatorio ad alcuni vicini dell’anziana, è emerso che la donna aveva un rapporto molto intimo con uno di loro, un 68enne sposato, proprio colui che l’aveva accompagnata dai carabinieri per la denuncia dello stupro, che non è mai avvenuto: fu una clamorosa messinscena per punire il romeno.

L’avvocato del muratore, Cristian Mongodi, ha già annunciato che procederà con una denuncia per simulazione di reato e calunnia ai danni dell’87enne e del vicino 68enne. Oltretutto verrà chiesto un risarcimento per i giorni in carcere con l’accusa di stupro. Stupro che aveva indignato l’opinione pubblica.

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