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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Italia

Super batteri nella carne di pollo: il 60% dei campioni positivo all'Escherichia coli

L'indagine dell'associazione Altroconsumo in 20 punti vendita di Roma e altrettanti a Milano: le analisi sono risultate positive ai batteri Escherichia coli resistenti agli antibiotici

Batteri resistenti agli antibiotici nella carne di pollo, in 25 campioni su 40, il 63% dei prodotti acquistati a Roma e a Milano. Le analisi sono risultate positive ai batteri Escherichia coli resistenti agli antibiotici. Gli studi europei affermano che il 71% degli antibiotici venduti in Italia è per uso animale (dati Ecdc-Efsa-Ema) e il nostro paese è ancora al terzo posto per utilizzo negli allevamenti, dopo Spagna e Cipro (Ema).
L’antibioticoresistenza è un problema di salute pubblica di dimensioni globali, che passa per la tavola dei consumatori.
Altroconsumo aderisce alla campagna Basta antibiotici nel piatto di Consumer International, che unisce le organizzazioni dei consumatori di tutto il mondo, invitando i consumatori a sollecitare produttori e distributori via mail.

L’inchiesta di Altroconsumo ha fotografato il livello di salubrità della carne di pollo in distribuzione al consumatore in 20 punti vendita di Roma e altrettanti a Milano. I risultati ottenuti permettono di determinare il livello di resistenza attuale dei microrganismi agli antibiotici e di stimarne la resistenza in futuro, se non dovessero essere presi dei provvedimenti: il 19% dei batteri trovati è resistente alla Cefepime, antibiotico usato per curare le infezioni delle vie respiratorie e del tratto urinario. In futuro la resistenza potrebbe arrivare al 96%. I rischi e le conseguenze: se non si maneggia con cura e non si cuoce in modo adeguato la carne contaminata, i microrganismi resistenti potrebbero trasferire la loro forza ad altri batteri nel nostro organismo - magari più pericolosi - contro cui l’antibiotico potrebbe non essere più efficace.

I SUPER BATTERI: l’uso eccessivo di medicinali negli allevamenti, unito al sovrautilizzo degli antibiotici anche quando il medico curante non ne prescriva l’assunzione, fa sì che i batteri si fortifichino imparando a sopravvivere. Una resistenza che, a catena, si può trasferire ad altri batteri con il rischio che gli antibiotici, farmaci essenziali per la cura delle infezioni, perdano efficacia.  

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Problema strutturale del settore, non solo italiano: i risultati di un’analoga indagine svolta in Portogallo segnala l’85% dei campioni positivi al test dell’E.coli, in Spagna l’83%, in Belgio, il 76%.

L’Organizzazione mondiale della sanità segnala il rischio di un’era post-antibiotica, in cui infezioni comuni curabili per decenni, possono tornare a essere letali. L’adesione alla campagna Basta antibiotici nel piatto di Consumer International della principale organizzazione di consumatori italiana vuole spingere il pedale dell’acceleratore sul cambiamento: Altroconsumo ha già inviato lettere formali ai principali avicoltori e alle più importanti catene di distribuzione sollecitando la fine dell’abuso di antibiotici negli allevamenti, prevenendone l’utilizzo investendo sulla salute degli animali, garantendo buone condizioni igieniche e di vita a priori e non solo somministrando farmaci. 

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COME DIFENDERSI

Cuocere bene la carne è l'unico modo efficace per uccidere tutti i microrganismi, anche quelli che hanno sviluppato antibioticoresistenza. E' fondamentale lavarsi bene le mani e farlo regolarmente e soprattutto prima e dopo aver toccato il cibo crudo, la carne in particolare. Lavare bene stoviglie e ripiani, tutto ciò che è stato a contatto con la carne cruda va lavato con acqua e detersivo per evitare contaminazioni con altri alimenti. Non mettere mai la carne cotta nel piatto in cui la si era appoggiata da cruda. Evitare di mettere la carne cruda vicino a frutta, verdure o altro da mangiare crudo, che potrebbe essere contaminato. Antibiotici solo su prescrizione del medico per infezioni batteriche e non virali. Fondamentale rispettare tempi e modalità prescritte e non smettere di assumerli solo perché scompaiono i sintomi: i batteri più resistenti potrebbero essere ancora vivi e riprodursi. 

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