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Martedì, 23 Aprile 2024
Università

Tasse universitarie: quelle italiane tra le più alte d'Europa

I dati arrivano dal rapporto di Eurydice "National Student Fee and Support System in European Higher Education 2015/2016". Intanto è polemica sulle parole del ministro Giannini, che ha affermato che l'università "costa meno di un'utilitaria"

La tassazione universitaria in Italia è tra le più alte d'Europa, la terza per essere precisi: nel nostro paese si spende in media 1220 euro in tasse, il triplo rispetto a quanto spende uno studente tedesco. Il dato arriva dal rapporto annuale di Eurydice "National Student Fee and Support System in European Higher Education". Uno dei motivi riguarda anche l'esonero dalla tassazione, le così dette "borse di studio": nel nostro paese coinvolge soltanto il 12% degli studenti. 

Per Link - Coordinamento Universitario la ragione è semplice: i fondi dedicati al diritto allo studio sono troppo striminziti e non lo garantiscono. Ma la situazione non andrà migliorando a causa del nuovo Isee: con i nuovi calcoli gli studenti potrebbero vedersi ridotti benfici e agevolazioni, fino a vedersi revocare le borse di studio

Secondo l'associazione degli studenti, la difficile situazione fotografata dal rapporto Eurydice andrà peggiorando: "I dati pubblicati dal ministero del Lavoro evidenziano come ci sia un aumento diffuso dell'indicatore in media del 10% tra gli studenti universitari -  afferma Alberto Campailla, portavoce di Link - Più della metà di essi (51,4%) si ritrova ora infatti ad avere un Isee aumentato che si traduce in un immediato incremento della tassazione". Alcune conseguenze si stanno già vedendo nell'anno accademico in corso: "Gli ex borsisti ora non solo sono esclusi dal beneficio delle borsa ma si trovano di fronte all'incombenza del pagamento della prima rata di tasse universitarie dalla quale fino all'anno prima erano esenti o che pagavano con la certezza di un rimborso in primavera, a seconda degli atenei" aggiunge Campailla.

"STUDIARE COSTA MENO DI UN'UTILITARIA" - Intanto stanno facendo il giro del web le dichiarazioni del ministro dell'Istruzione Stefania Giannini fatte durante il Deloitte Strategy Council a Roma: "È uno stereotipo dire che nella scuola si investe troppo poco e costa tanto. Un'auto utilitaria oggi costa tra i 10 e i 12 mila euro, iscriversi a un corso di laurea triennale alla Sapienza di Roma costa molto meno". 

Parole che arrivano a pochi giorni dalla diffusione dei dati Eurydice e che hanno fatto piovere commenti sui social network. C'è chi sottolinea come il ministro sia distante dalla vita dei cittadini.


Ma anche chi effettivamente ha fatto i calcoli. 

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"CARA GIANNINI: ECCO QUANTO SPENDE LA MIA FAMIGLIA" - La risposta degli studenti non si è fatta aspettare: "Frequento l'università Sapienza da quattro anni e io e i miei colleghi siamo costretti a spendere molto di più del costo di un'utilitaria: ogni anno spendo più di 13mila e 500 euro per mantenere i miei studi, con un Isee di soli 24mila euro" spiega Federica Ciarlariello, coordinatrice di Link Sapienza. La studentessa ha scritto una lettera indirizzata proprio al ministro, in cui (calcolatrice alla mano) si spiega quanto spende la sua famiglia per i suoi studi: 

Cara Giannini, ecco il mio bilancio annuale:  800€ di tasse d'iscrizione, per servizi e strutture inadeguati, ed attualmente in aumento a causa della vostra riforma del calcolo ISEE.  5400€ di affitto (non esiste alcuna agevolazione per gli studenti a Roma, ed i posti alloggio messi a bando da LAZIODISU sono 1783 a fronte di 80.000 studenti fuori sede). 6000€ tra mensa, spesa alimentare e bollette.  1000€ di manuali e monografie.  420 € di abbonamento ai mezzi pubblici (da anni non esiste più la riduzione studenti!). Il costo annuale di una vita senza cinema, senza teatro, senza musei e senza uscite è di 13.620€ che moltiplicato per la durata di una laurea triennale arriva ad una spesa grandemente superiore a quella di un'utilitaria: 40860€! Anziché dire fandonie, torni a studiare, almeno lei che se lo può permettere!

Insomma studiare in Italia è sempre più economicamente difficile e questo preoccupa chi si batte per il diritto allo studio: "Stiamo presentando nei senati accademici e nei consigli d'amministrazione una mozione in cui chiediamo l'esenzione dalla prima rata per coloro che si trovano sotto i 23mila euro di Isee (oppure il rimborso della stessa, a seconda di cosa prevede il bando dei diversi atenei) e una rimodulazione della tassazione a partire da questa primavera". E sono già in programma alcune mobilitazioni: "Intaseremo le caselle di posta elettronica dei nostri rettori tramite un mail bombing, in cui chiediamo di tenere presenti le nostre richieste. Il 17 novembre scenderemo in piazza in molte città, con gli studenti medi, nella data lanciata dalla Rete della conoscenza per ribadire che non rinunciamo al diritto allo studio".

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