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Venerdì, 29 Marzo 2024
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'Il Teatro fa Bene' più di quanto pensi, può salvarti la vita

Le buone pratiche igienico-sanitarie e alimentari vengono messe in scena per far sì che il pubblico mozambicano, a cui lo spettacolo è rivolto, le assimili facendole proprie. Il progetto di prevenzione, coordinato da Jacopo Fo e Bruno Patierno, è ideato e finanziato da Eni Foundation. La formazione per gli attori africani è in corso a Gubbio

Qual è il modo più efficace per far passare un messaggio importante? Renderlo più chiaro e diretto possibile. Come? Mettendolo in scena e mostrandolo a tantissima gente. E' questa l'originalissima e vincente scelta comunicativa adottata dagli ideatori del progetto 'Il Teatro fa Bene', il cui scopo è trasmettere conoscenze sanitarie in Africa e in particolare in Mozambico. L'obiettivo è fare prevenzione cambiando le abitudini sanitarie dei destinatari del messaggio, i bambini e le loro mamme, utilizzando il gioco come mezzo di comunicazione. Ad ideare e sostenere il progetto, coordinato da Jacopo Fo e Bruno Patierno, è Eni Foundation che in quell'area opera. "C’è una scelta di linguaggio in sintonia con l’Africa, una comunicazione diversa, ironica, semplice, che arriva dritta ai destinatari. Un misto tra comunicazione scientifica e linguaggio teatrale", spiega l'ufficio stampa della fondazione. "La scelta del teatro deriva dal fatto che in questi villaggi esistono molte compagnie amatoriali che animano le feste e intervengono nelle scuole. Il teatro, la musica e la danza sono le forme d’arte più diffuse e sentite", aggiunge Jacopo Fo. 

LO SPETTACOLO. Sarà un gruppo di 7 attori amatoriali mozambicani, selezionato tra oltre 100, a metterlo in scena. Gli attori sono appena arrivati sulle colline sopra Perugia per partecipare ad una formazione di 25 giorni, in corso di svolgimento presso la Libera Università di Alcatraz. A formarli un team italiano di attori e videomaker. Lo spettacolo in autunno andrà in tournée nei villaggi dell’area di Cabo Delgado, nell’estremo nord del Mozambico, raggiungendo un pubblico di circa 25mila persone. L’iniziativa, realizzata con il sostegno finanziario, organizzativo e ideativo di Eni Foundation, vede la collaborazione oltre che della Jacopo Fo S.r.l. anche di Medici con l’Africa Cuamm  ed è un’esperienza, unica nel suo genere che consentirà di creare un "format" replicabile in futuro anche in realtà diverse. "Abbiamo subito pensato che poteva essere utile lavorare insieme agli attori dei villaggi e collaborare per potenziare quel che già viene fatto, offrendo la nostra esperienza e fornendo loro anche mezzi economici e motivazione. All’inizio è stato tutto complicato, un po’ per lo scoglio della lingua ma soprattutto per i diversi modelli culturali. Lentamente è emersa la presenza non solo di molti gruppi di attori che producevano loro testi in stile tradizionale ma anche l’esistenza, che sospettavamo, di personaggi e strutture narrative universali: ad esempio il Trickster, una figura comica per molti versi assimilabile al nostro Arlecchino. Abbiamo così individuato alcuni attori e autori di testi interessati a collaborare con noi e a venire in Italia, alla Libera Università di Alcatraz per seguire le lezioni di Dario Fo e una serie di eventi di musica e danza. Con questi attori si è deciso di dare vita a due laboratori dai quali far scaturire uno spettacolo successivamente rappresentato, dagli stessi attori mozambicani, in lingua swahili, nei villaggi", spiega Jacopo Fo. 

I protagonisti del progetto Il Teatro fa Bene

IL DIARIO DI BORDO. Il percorso degli attori sarà accompagnato sulle pagine di www.ilteatrofabene.it grazie al racconto di Simone Canova, direttore di Cacao, il quotidiano delle buone notizie comiche, e ai video di Iacopo Patierno. 

LO SCOPO DEL PROGETTO. Le buone pratiche igienico-sanitarie e alimentari verranno mostrate per far sì che il pubblico le assimili facendole proprie. Lo spettacolo, infatti, mescolerà, usando la forma del teatro dell’arte, storie e insegnamenti utili sulla salute e l’alimentazione, con particolare riguardo alla maternità e allo sviluppo dei neonati. In quelle zone il tasso di mortalità infantile e quello durante il parto è molto alto. Malaria, diarrea, polmonite, malnutrizione, HIV, TB sono le principali cause di morbilità e mortalità dell’infanzia. Inoltre, il distretto di Palma, in Mozambico, è attualmente la zona più povera, meno popolata, più disagiata e sempre penalizzata dal Ministero della Salute di tutto lo Stato. Da qui la scelta di Eni Foundation di fare qualcosa per migliorare la situzione fornendo informazioni che potrebbero risultare vitali per i bambini del luogo e per le loro mamme ma non solo. Non è la prima iniziativa che Eni Foundation mette in campo in questo territorio per contribuire a ridurre la mortalità infantile, al contrario la fondazione ha anche realizzato un ospedale nel distretto di Palma.
 

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