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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Terremoto

Allarme terremoto: "Niente allarmismo ma è frutto avvelenato de L'Aquila"

Il capo della Protezione civile Gabrielli polemizza: "Quanto accaduto in Garfagnana è conseguenza della sentenza sul sisma del 2009. Si mettono le mani avanti per evitare di essere accusati di sottovalutare i rischi".

Ciò che è accaduto la notte scorsa in Garfagnana é anche il "frutto avvelenato della sentenza de L'Aquila" sulla commissione grandi rischi. Ad attaccare su quella che è passata alla storia come 'la sentenza de L'Aquila' è il capo della protezione civile Franco Gabrielli.

Non si tratta né di un "eccessivo allarmismo" nè, tantomeno, di uno "scaricabarile" tra istituzioni che non vogliono assumersi le proprie responsabilit .

"Con il senno di poi é facile dire che si doveva fare in maniera diversa" dice Gabrielli. "In tutta questa vicenda gli unici che non devono subire le conseguenze delle polemiche sono i sindaci, che hanno agito in maniera corretta". 

Innegabile però che L'Aquila  - attacca Gabrielli - ha cambiato il modo di agire e di pensare. "Il frutto avvelenato di quella vicenda sta nell'atteggiamento che da allora in avanti verrà  tenuto. E nel caso dell'Ingv, la preoccupazione che ogni informazione possa essere utilizzata come una sottovalutazione, fa si' che se si deve dire A si dice A +. Si mettono le mani avanti e noi dobbiamo fare i conti con questa situazione".

LA SENTENZA DE L'AQUILA DIVENTA UN CASO

Quanto al Dipartimento, "cosa avremmo dovuto fare?", chiede ironicamente Gabrielli. "Tenere le informazioni nel cassetto. Noi abbiamo deciso, nell'ottica della più totale trasparenza che abbiamo da sempre adottato, di renderla pubblica. Se questo é allarmismo, allora andatelo a dire ai sei imputati dell'Aquila''.

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