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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Terremoto, quel borgo senza danni: il "miracolato" paese natio di Santa Rita

Storie, voci e piccoli miracoli (per chi crede) nella terra dei grandi santi: Benedetto e Rita. A Norcia si è salvata solo la statua del grande monaco (neanche un graffio)

Il terremoto, quello che fa male, che distrugge e che cambia la vita a tutti, sembra portare in dote anche storie: piccole, grandi e qualche volte misteriose se non incredibili. Una piccola parte del terremoto del Centro Italia ha riguardato anche l'Umbria, la meravigliosa Valnerina (a 100 chilometri dal capoluogo Perugia). Norcia, Preci, Cascia ma anche altri centri minori da ricostruire e da reinventare sotto il profilo squisitamente economico-turistico. La Valnerina è terra di grandi santi che in tutto il mondo hanno fedeli. San Benedetto, patrono d'Europa e Santa Rita, la santa degli impossibili, la santa alla quale appellarsi quando ormai non c'è più nulla da fare. Gli ex voto - dei fedeli convertiti e graziati - sono migliaia.

Ma quello che sorprende è che sono recenti, recentissimi. Migliaia le lettere al mese che vengono depositate sullo scoglio di Santa Rita che per raggiungerlo ci vogliono doti e fiato da scalatore. Detto questo, possiamo iniziare a raccontare la "storia" del terremoto che riguarda proprio i luoghi, le statue, i paesetti toccati da Santa Rita e dal colto San Benedetto. Per chi ha il dono della fede, la storia che andremo a scrivere è fatta di tanti piccoli miracoli. Per tutti gli altri c'è invece una normalissima spiegazione scientifica.

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C'è un piccolo borgo, molto antico, ad appena sei chilometri da Cascia che nonostante sia al centro degli eventi sismici sia del 24 agosto che del 30 ottobre non ha subito danni. Si chiama Rocca Porena. Ma questo piccolo borgo, senza danni - fatta eccezione per alcuni lievi ad una chiesetta risalente al 1200 - ha una storia particolare ed è molto conosciuto in tutto il mondo, almeno tra chi è cattolico. E' il paese natio della Santa degli Impossibili, ovvero quella più comunemente conosciuta come Rita da Cascia. Qui c'è la casa dove è nata, quella dove è andata sposa, c'è lo scoglio dove andava a pregare (e dove oggi si portano rose rosse e tante suppliche per una vita normale o per guarire da un male atroce o per salvare l'unità delle famiglie), c'è la grotta della croce, ci sono i roseti dei miracoli, c'è la statua che si staglia verso il cielo, la cattedrale e altri mille luoghi che ricordano la santa. Tutto è rimasto intatto. Nessun danno. Mentre nel giro di 60 chilometri si registrano danni irreversibili al patrimonio artistico e forti danni alle abitazioni.

Poi a Rocca Porena c'è il profano: negozi di souvenir, orafi che vendono le fedi per gli sposi, ristoranti, alberghi, abitazioni private - molte delle quali appartenenti ad eredi che ora vivono nel resto del Paese -, negozi specializzati in norcineria e il mega complesso sportivo che ospita i ritiri di formazioni calcistiche (un tempo anche la Lazio). Anche tutti questi non hanno registrato danni importanti. Ora sono operativi ed ospitano i turisti che, seppur solo in parte, sono tornati nella Valnerina dei grandi Santi. Ma sarebbero rimasti operativi anche il 24 agosto e il 30 ottobre... ma ovviamente nessuno ha voluto sfidare il sisma e salire fino a questo piccolo borgo.

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Qui la storia prende pieghe diverse: per gli abitanti e i fedeli è l'ennesimo miracolo della Santa degli Impossibili. Per altri, più tecnici, si tratta di un terreno che ha attutito i movimenti del sisma. Comunque sia questo borgo, per chi come il sottoscritto ha visitato i luoghi del sisma, ha qualcosa di miracoloso... che sia terreno o celeste poco importa. In mezzo a tanto dolore e distruzioni Rocca Porena, la terra di Santa Rita, è in piedi. Un simbolo per questi umbri di montagna che devono trovare tutti i giorni i giusti battiti del cuore per ricominciare.

Ma per chi crede, per chi ha questo "dono", un piccolo miracolo simile si registra persino nel luogo più distrutto dell'Umbria terremotata: ovvero quella piazza di Norcia dove le grandi chiese, tra cui il santuario benedettino, è crollato in diretta, sotto gli occhi di tutto il mondo e ora quel poco che rimane - preziosissimo - è imbracato da una gabbia di acciaio. Immaginate tanta distruzione: chiese, case, palazzo comunale, campanili, strade addirittura spaccate a metà... ma in mezzo a questo caos soltanto una cosa non ha subito danni, soltanto una non ha un graffio ma è rimasta a consolare tutti gli abitanti della vecchia Nursia. Ovvero la statua di San Benedetto. Il suo braccio alzato continua a benedire fedeli, cittadini e semplici turisti più amanti di prosciutti e salami che del sacro. Intatta. Bellissima. Emozionante. E soprattutto visitabile da tutti perché una parte del centro storico di Norcia è stato riaperto a tutti e arriva proprio fino alla statua del santo. Un piccolo miracolo o una semplice coincidenza o una struttura a terra ben fatta? Chissà. Ma anche questo dà speranza. E la speranza non ha colore, fede o matematica.

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