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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Macerata

"Terremotati sommersi dalla neve", il fallimento del Governo condanna a morte decine di aziende agricole

"Strage di animali in un territorio a prevalente economia agricola": il grido di Coldiretti dopo che nelle aree colpite dalle nuove scosse di terremoto si conta il crollo di decine di stalle rese più fragili dal peso della neve, con molte strutture isolate dove non è possibile garantire l'alimentazione del bestiame

Nelle aree colpite dalle nuove scosse del terremoto del Centro Italia si contano animali morti e feriti per il crollo delle stalle rese più fragili dal peso della neve, con molte strutture isolate dove non è possibile garantire l'alimentazione del bestiame. Coldiretti lancia l'allarme dopo le segnalazioni giunte tra Marche, Abruzzo e Lazio. "E' una nuova strage di animali in un territorio a prevalente economia agricola con una significativa presenza di allevamenti di pecore e bovini molti dei quali costretti al freddo".

"Per le nuove scosse nel Maceratese, a Sarnano - sottolinea la Coldiretti - sono crollate due stalle con venticinque tra mucche e vitelli e una trentina di pecore, a Gualdo nell'azienda Beccerica sotto le macerie tra morti e feriti sono rimaste circa settanta mucche mentre nell'azienda Lai a crollare è stata la struttura temporanea dove gli animali erano stati sistemati per ripararli dalla bufera di ghiaccio, uccidendo venti tra pecore e agnelli. Solo nelle Marche - precisa la Coldiretti - si contano ora seicento mucche e cinquemila pecore al freddo nelle neve senza ripari.

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Il bilancio è destinato a salire perchè molte aziende agricole nelle aree terremotate sono isolate ed irraggiungibili per le persistenti nevicate che ostacolano le consegne dei mangimi necessarie all'alimentazione degli animali e la raccolta del latte dagli animali che devono essere munti due volte al giorno. Da giorni la cisterna non passa a ritirare il latte perchè le strade sono ancora bloccate dalla neve, ed è dunque importante l'intervento annunciato dell'esercito per garantire la circolazione.  L'azienda agricola Micarelli Gabriele di Accumoli non è raggiungibile e non riesce a dare da mangiare agli animali da giorni mentre in quella di Marco Terribile ad Amatrice è crollata la stalla già lesionata mentre quella nuova appena montata e irraggiungibile.

Per effetto del maltempo con freddo e gelo è crollata fino al 50% la produzione di latte negli allevamenti delle aree terremotate ma si registra anche un forte aumento degli aborti per lo stress termico a cui sono sottoposti gli animali. Si stima infatti che appena il 15% delle strutture di protezione degli animali siano state completate fino ad ora e gli allevatori non sanno ancora dove ricoverare mucche, maiali e pecore, costretti al freddo, con il rischio di ammalarsi e morire, o nelle strutture pericolanti che stanno cedendo sotto il peso della neve e delle nuove scosse.

Sono circa 3mila le aziende agricole nei territori terremotati dei comuni di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo dove c'è un'elevata significativa presenza di allevamenti con oltre 100mila animali tra mucche, pecore e maiali, secondo una stima della Coldiretti che sottolinea anche la presenza di un fiorente indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi da i quali si ottengono specialita' di pregio famose in tutto il mondo che sostengono che il flusso turistico che, tra ristorazione e souvenir, è la linfa vitale per la popolazione. "Oltre il 90% delle aziende agricole - continua la Coldiretti - sono di tipo familiare condotte direttamente dal coltivatore. La situazione è insostenibile per gli uomini e gli animali che sono rimasti nelle campagne terremotate dove a distanza di 5 mesi dalle prime scosse si registrano pesanti ritardi ed inefficienze burocratiche con le difficolta' che si aggravano con il maltempo. Davanti ad un disastro annunciato ci muoveremo - conclude la Coldiretti - per individuare le responsabilita' e agire di conseguenza insieme ai nostri allevatori". 

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