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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Terremoto, gli sfollati sono 4500: "Abbiamo necessità e urgenza di portarli via dalle tende"

Il capo della protezione civile Fabrizio Curcio in commissione ambiente alla Camera prospetta tre soluzioni per chi ha perso la casa nel sisma del 24 agosto

"Abbiamo la necessità e l'urgenza di portar via queste persone dalle tende". Il capo della Protezione civile è fermo: la proprità sono loro. Per i 4500 sfollati "non abbiamo problemi di sistemazione" perché le tende disponibili sono ancora di più di quelle usate, ma "già essere in tenda è un problema per i nostri standard qualitativi, che sono molto elevati, in più non sono climi sostenibili, piove e le temperature si stanno abbassando", ha detto Fabrizio Curcio durante l'audizione in commissione ambiente alla Camera sullo stato degli interventi di protezione civile nelle zone colpite dagli eventi sismici e sul passaggio dalla gestione dell'emergenza alla fase di ricostruzione. Tema su cui ha consegnato alla commissione una corposa relazione.  

SI CONTINUA A SCAVARE - "Finora sono 295 le vittime, e oggi, al 14esimo giorno dall'evento, si continua ancora a scavare, quindi faccio un appello per razionalizzare un po' le fasi, governandole con i criteri giusti. Tuttavia è bene che si sappia che siamo ancora in una fase operativa di soccorso" ha sottolineato, aggiungendo che "per una serie di situazioni contingenti, visto che quella è una zona di seconda villeggiatura, c'è un numero di vittime paragonabile con quello dei feriti, cosa insolita visto che normalmente nei terremoti c'è un rapporto diverso".

Il capo della protezione civile ha però anche raccontato che quella colpita è però "una popolazione che a 14 giorni dal sisma non è pronta a venire via; sono comunità belle, forti e fiere, già l'idea di spostarsi è un problema: la risposta più comune è 'se non sono morto per il terremoto non morirò di freddo'. E' comprensibile ma ci pone la necessità di dare risposte di migliore collocamento". 

RICOLLOCAZIONE - "Stiamo parlando - ha aggiunto Curcio - di un numero ridotto di persone, non sono le 80mila dell'Abruzzo, o le 40mila-50 dell'Emilia, Veneto e Lombardia, e sappiamo che i numeri tenderanno a ridursi perché non sono 400mila inagibilità alcuni aspettano le valutazioni, altre sono ancora spaventate". Nella parte umbra "la situazione è diversa, non ci sono stati veri e propri crolli ma danneggiamenti a riprova che costruire con i criteri antisismici le abitazioni non crollano e non uccidono, e quindi si stanno cercando soluzioni dinamiche con i sindaci". Riguardo ad Accumoli "c'è la tendenza di spostarsi verso San Benedetto del Tronto, abbiamo un accordo tra i sindaci e da ieri iniziato il primo spostamento di persone", mentre "su Amatrice si ta ragionando, una parte si sposterebbe, ma molti vogliono rimanere, e si è puntato molto su 'Amatrice solidale', con cui si dà la disponibilità delle seconde case a chi non ha la prima; e ad Arquata sono in corso una serie di incontri per definire la sistemazione cercando di capire il sentimento della popolazione". 

SETTE MESI AL MASSIMO PER LE "CASETTE" - "Il traguardo è un percorso condiviso con il territorio", infatti "con il territorio abbiamo condiviso il percorso per le cosiddette casette, abitazioni provvisorie ma altamente tecnologiche, per coibentazione, costruzione, resistenza anche alla neve, non sono container, hanno standard elevati", quindi - ha riferito il capo della protezione civile - "è stimato un tempo credibile massimo di sette mesi per la realizzazione delle casette; la tipologia influisce sula tempistica, per le casette c'è bisogno dell'individuazione di un'area e di urbanizzazione, con una serie di requisiti per fare le cose bene, definire i nuclei familiari e le dimensioni e tipologia di casette necessarie, e anche dal punto di vista giuridico vorremmo limitare eventuali contenziosi per l'acquisizione delle aree". Quindi "un meccanismo che giustifica i tempi e che serve anche per evitare spese ingiustificate e lavori inutili". 

TRE SOLUZIONI PER L'USCITA DALLE TENDE - Come sistema di protezione civile, che comprende sindaci e presidenti di regioni, in sintesi le soluzioni proposte alla popolazione colpita dal sisma in questa fase di transizione e già contenute nell'ordinanza della protezione civile - ha spiegato Curcio - sono tre: il contributo autonoma sistemazione, un riconoscimento dello Stato a chi nell'arco di questi sette mesi non graverà sull'assistenza, che ha diritto a 200 euro a persona per un massimo di 600 euro più incrementi per famiglie con fragilità; la classica soluzione di sistemazione in alberghi od hotel, ma "c'è un po di resistenza a spostarsi da Amatrice a Rieti, è uno shock"; in base alle verifiche tecniche di agibilità, il piano Amatrice solidale, "molto positivo", lanciato dal sindaco, pr cui le seconde case agibili vengono messe a disposizione di chi ha perso la prima csa o è inagibile. In vece per quanto riguarda gli allevatori e le aziende agricole - ha spiegato il capo della protezione civile - "abbiamo fatto la scelta di supporto puntuale, possono e non devono andare via ma restare accanto ai loro animali alla loro azienda, quindi avranno a disposizione container", e in questo caso i tempi sono brevi, ma "anche per il container serve un minimo di urbanizzazione e una valutazione di stabilità; in ogni caso partiranno dal Friuli lunedì pr Amatrice". Quindi al momento per togliere le persone dalle tende in attesa delle casette "c'è la necessità di un'azione tecnica sul territorio che noi stiamo spingendo ma che va fatta". 

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