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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Genova

Pronto a immolarsi per l'Isis: presunto terrorista arrestato a Genova

Nabil Benamir è stato arrestato dalla polizia a Genova dopo aver aggredito la compagna incinta. Una volta in carcere, sullo smartphone dell'uomo sono state trovate istruzioni per azionare ordigni esplosivi con vecchi cellulari

Un cittadino marocchino, pronto ad immolarsi per l'Isis è stato arrestato dalla polizia di Genova nell'ambito dell'operazione 'Over the Web', portata avanti dalla Digos, dal Servizio Contrasto dell'Estremismo e del Terrorismo Esterno della Dcpp e dall'Ugicos, l'Ufficio centrale per le investigazioni generali e per le operazioni speciali.

Questa prima fase dell'operazione, diretta dalla Ddaa di Genova, si è conclusa con l'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del capoluogo ligure nei confronti del 39enne cittadino marocchino Nabil Benamir per il reato di appartenenza all'organizzazione terroristica dello Stato Islamico (art. 270 bis codice penale).

Arrestato per maltrattamenti

L'individuazione e l'arresto di Nabil Benamir, da alcuni mesi detenuto nel carcere di Genova per i reati di lesioni dolose e maltrattamenti nei confronti della sua ex compagna, è il risultato del lavoro di un network investigativo internazionale, nel cui contesto gli uffici antiterrorismo della polizia hanno raccordato i contributi dell'Aisi, della polizia olandese, di Europol e della Fbi statunitense.

L'indagine ha preso il via lo scorso giugno, quando la nostra intelligence aveva acquisito informazioni su Benamir, allora sconosciuto all'antiterrorismo, quale 'esponente di rilievo' dello Stato Islamico, ritornato in Europa “con l'obiettivo di addestrare altri membri dell'Isis alla fabbricazione e all'utilizzo di esplosivi”.

L'estremista marocchino è stato individuato all'inizio del mese di agosto, quando un equipaggio della volante soccorse a Genova una ragazza incinta, poi rivelatasi la compagna di Benamir, vittima della violenza cieca dello straniero, dopo poco arrestato dalla polizia.

L'analisi dello smartphone

Il provvedimento della magistratura ligure giunge all'esito dell'analisi della memoria dello smartphone e dei dati a lui riferibili sulle reti sociali che hanno corroborato le iniziali acquisizioni di intelligence ed evidenziato l'elevato livello di pericolosità raggiunto dal 39enne.

Insieme a istruzioni per azionare ordigni esplosivi con vecchi cellulari, uno dei quali in suo possesso, sono stati infatti trovati video di azioni suicide e 'testamenti' di attentatori prima di immolarsi, oltre a tracce di comunicazioni effettuate tramite WhatsApp, che lasciano supporre l'esistenza di un 'mandato' che l'indagato avrebbe dovuto assolvere in Italia.

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