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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Terrorista ucciso a Milano, la polemica: "Perché avete diffuso i nomi degli agenti?"

Il caso è iniziato sui social. Poi è stato portato alla ribalta da Luca d'Alessandro, deputato di Ala-Scelta Civica: "E' allerta per eventuali ritorsioni ai danni dei poliziotti italiani

MILANO - La paura, dopo la morte di Anis Amri, il terrorista di Berlino ucciso da due agenti della Polizia di stato, è che ora siano proprio i poliziotti a diventare degli obiettivi da colpire: il timore è di "atti di ritorsione" nei confronti di chi ha messo fine alla fuga del "combattente dello Stato Islamico". 

L'ALLARME - A parlare di "possibili ritorsioni" contro gli agenti è il capo della Polizia, Franco Gabrielli, che, come spiega l'Ansa, ha inviato questa mattina, subito dopo la sparatoria a Milano, una circolare in cui si chiede di prestare "massima attenzione" perché "non si possono escludere azioni ritorsive" nei confronti dei poliziotti e di tutto il personale delle forze dell'ordine in divisa.

DAL WEB AL PARLAMENTO - Immediatamente, è scattata la polemica in rete: "E allora perché avete diffuso i nomi degli agenti che hanno ucciso il terrorista di Berlino?". Una polemica cavalcata immediatamente da Luca d'Alessandro, deputato di Ala-Scelta Civica, che, dopo aver rivolto i complementi "al Ministero dell'Interno e alle forze dell'ordine" per aver fermato la latitanza di Anis Amri, si chiede "se sia stato opportuno fornire pubblicamente le generalità complete dei due poliziotti che hanno messo fine alla fuga di un pericoloso terrorista islamico. E' infatti paradossale che da una parte si elevi lo stato di allerta in Italia per scongiurare eventuali ritorsioni e dall'altra si rischi di esporre alle medesime ritorsioni i due valorosi agenti di Polizia, e non solo loro".

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