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Giovedì, 28 Marzo 2024
Omicidi

Dieci anni senza Tommy, la mamma: "Non fate uscire il suo assassino"

Il piccolo Tommaso Onofri aveva solo diciotto mesi quando fu ucciso durante un tentativo di sequestro finito in tragedia. Il suo killer, Mario Alessi, potrebbe ottenere dei permessi premio per lavorare

"Non date permessi premio al killer di mio figlio". Il piccolo Tommaso Onofri aveva solo diciotto mesi quando fu ucciso durante un tentativo di sequestro finito in tragedia.

A distanza di dieci anni, Mario Alessi, condannato all'ergastolo per l'omicidio, potrebbe ottenere il permesso di uscire dal carcere di giorno per lavorare. Ma la madre del piccolo, Paola Pellinghelli, non ci sta. "Se dovesse succedere - promette la donna a TgCom24 - urlerei così tanto che qualcuno, prima o poi, mi ascolterebbe".

"Vorrei ricordare che fra me e lui sono io che sto scontando l'ergastolo: la mia condanna è non avere più Tommy", aggiunge la donna. "Spero che davanti a un'eventuale richiesta per il permesso-premio - prosegue - il giudice valuti con responsabilità tutta la storia di questo mostro, tutte le sue bugie".

I FATTI - Il piccolo Tommy fu rapito e ucciso il 2 marzo del 2006. Era l'ora di cena quando i sequestratori staccarono la corrente per costringere il papà del bimbo a uscire, immobilizzarono l'uomo ed entrarono in casa portandosi via il bambino davanti alla mamma e al fratellino. Pochi minuti dopo, però, presi dal panico perché piangeva troppo forte, e braccati dalla polizia, i sequestratori lo colpirono con un colpo di badile e lo seppellirono sotto pochi centimetri di terra.

IL KILLER - Le indagini stabilirono che ad organizzare il sequestro fu Mario Alessi, insieme alla compagna, Antonella Conserva, e l’amico Salvatore Raimondi. Alessi aveva lavorato come muratore nella casa del piccolo Tommy. Aveva precedenti per stupro e rapina, ma di questo la famiglia Onofri non sapeva nulla. (In basso, la famiglia di Tommaso ai funerali, Infophoto)

Tommaso Onofri 2-2-2

"Nel 2006 - ricorda la madre di Tommaso - me lo sono ritrovato in casa come muratore perché qualche giudice aveva deciso che potesse stare in libertà dopo la condanna per stupro e rapina. Di quelle condanne io non sapevo assolutamente nulla. Non vorrei che qualche altro giudice - afferma - gli desse nuovamente credito".

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