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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Asti

Tortura nel carcere di Asti: Italia condannata per le violenze subite da due detenuti

La Corte di Strasburgo ha stabilito che lo Stato dovrà versare 80mila euro per danni morali ad Andrea Cirino e alla figlia di Claudio Renne, morto in carcere lo scorso gennaio

Al carcere di Asti fu tortura. Oggi la Corte europea dei diritti dell'uomo - in un secondo giudizio dopo quello su Bolzaneto - ha condannato l'Italia per violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea sui diritti umani, per le violenze e le torture subìte da due detenuti nell'istituto di pena del capoluogo piemontese. Il caso oggetto della sentenza odierna risale a ben tredici anni fa. Nel dicembre 2004 i due detenuti Andrea Cirino e Claudio Renne vennero condotti nelle celle di isolamento prive di vetri nonostante il freddo intenso, senza materassi, lenzuola, coperte, lavandino, sedie, sgabello. Antigone, associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale, spiega: "Gli venne razionato il cibo, impedito di dormire, furono insultati e sottoposti nei giorni successivi a percosse quotidiane anche per più volte al giorno con calci, pugni, schiaffi in tutto il corpo e giungendo, nel caso di uno dei due, a schiacciargli la testa con i piedi".

La vicenda giudiziaria ebbe inizio a seguito di due intercettazioni nel febbraio del 2005 nei confronti di alcuni operatori di polizia penitenziaria sottoposti a indagine per altri fatti. Il 30 gennaio 2012 si arrivò alla sentenza di primo grado. Il giudice scrisse nelle motivazioni che i fatti avvenuti nel carcere erano vere e proprie torture, ma non essendoci in Italia una legge che le punisse si dovette procedere con la contestazione di reati di più lieve entità e quindi verso i colpevoli di queste violenze, per varie ragioni, non si poté procedere. Nel frattempo uno dei due detenuti è deceduto. La Corte ha inoltre stabilito che lo Stato dovrà versare 80mila euro per danni morali ad Andrea Cirino e alla figlia di Claudio Renne, morto in carcere lo scorso gennaio.

Inside Carceri: dentro le carceri italiane | Foto insidecarceri.com

"Per lunghi anni in Italia non c'è stato modo di avere giustizia - dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone. Ancora una volta abbiamo dovuto aspettare una decisione europea. Questo è un caso di tortura in prigione. Ci auguriamo che ci sia una presa di coscienza e che non ci sia impunità per i responsabili. Ricordiamo - prosegue Gonnella - che nei prossimi giorni l'Italia andrà sotto osservazione dinanzi al Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura. Al di là di questo caso singolo noi chiediamo: che sia adottato un codice di condotta per i comportamenti in servizio di tutti gli appartenente alle forze dell'ordine; che ci sia sempre l'identificabilità di tutti coloro che svolgono compiti nei settori della sicurezza e dell'ordine pubblico; che si interrompano le relazioni sindacali con quelle organizzazioni che difendono, anche in sede legale, i responsabili di questi comportamenti; che dinanzi a questi casi lo stato si costituisca parte civile".

Nei mesi scorsi Antigone aveva ricostruito il caso del carcere di Asti attraverso una time-line con i passaggi più importanti della vicenda.

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