S.M., trent'anni, di origini siciliane, questa mattina si è tolto la vita nel carcere di Vibo Valentia, dove era recluso. A dare la notizia, il sindacato della polizia penitenziaria Uilpa.

L'uomo era ristretto nel circuito di Alta Sicurezza dell'istituto penitenziario. Dopo aver svolto regolarmente le sue mansioni di distribuzione del vitto è entrato in cella e, utilizzando la cintura dei pantaloni legata all'inferriata della finestra, si è impiccato. All'arrivo dei soccorsi l'uomo era già deceduto.

E' il quinto suicidio da inizio anno all'interno delle strutture penitenziare, il primo in calabria. "Anche in questa regione è cominciata la drammatica conta dei morti di carcere del 2014 - afferma il segretario nazionale Uilpa, Gennarino De Fazio -  È un suicidio, questo, che induce a serie riflessioni sull'efficacia degli interventi che si stanno attuando in ambito regionale per attenersi alle prescrizioni provenienti da Strasburgo e contenute anche nella cosidetta sentenza Torreggiani della CEDU". La notizia inoltre arriva all'indomani dell'approvazione da parte del decreto 'svuota carceri' che diventerà legge.

Il circuito di alta sicurezza del penitenziario di Vibo valentia, secondo il sindacato di polizia penitenziaria, non ha evidenziato particolari criticità. In più l'uomo era uno tra i pochi detenuti della casa circondariale che lavorava all'interno della struttura: "Se però anche in situazioni oggettive non particolarmente negative e del tutto in controtendenza rispetto alla media nazionale si decide di farla finita è del tutto evidente che il problema è molto più complicato di quello che si vorrebbe far credere e provvedimenti come quello varato appena dal Parlamento sono utili quasi esclusivamente al Governo e quasi per nulla ai detenuti, agli operatori e alla collettività. Le misure adottate finora sono soltanto un palleativo".