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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Taranto

Permessi di soggiorno falsi, denunciato un avvocato: "Truffava i migranti"

Denunciato e sospeso dalla professione per sei mesi un avvocato tarantino: gli agenti della Squadra Mobile hanno recuperato numerosi documenti a testimonianza di un consistente giro d’affari messo in piedi dal professionista

Un avvocato di Taranto è stato denunciato dalla Polizia per aver truffato alcuni cittadini extracomunitari. Come spiega la Squadra Mobile pugliese allo stesso professionista 56enne è stata notificato il divieto di esercizio della professione di avvocato per sei mesi.

Le indagini sono partite nell'ottobre di due anni fa, quando un cittadino del Bangladesh si è presentato agli sportelli dell’Ufficio Immigrazione della Questura Jonica, per regolarizzare la sua posizione sul territorio italiano.

Il bengalese, in quel frangente, aveva dichiarato ai poliziotti di aver affidato le sue pratiche all'avvocato pagando un onorario pari a 4.000 euro. Il professionista gli avrebbe consegnato prima un contratto di lavoro subordinato e, dopo circa un anno, la fotocopia di un’istanza di permesso di soggiorno presentata alla Questura di Taranto. Purtroppo entrambi quei documenti sono risultati falsi.

Le successive indagini hanno permesso agli agenti di recuperare numerosi documenti a testimonianza di un consistente giro d’affari che l’avvocato era riuscito a mettere in piedi: vittime sempre cittadini extracomunitari desiderosi di regolarizzare la loro posizione in Italia, e che invece venivano truffati.

Uno dei connazionali del cittadino bengalese, oltre a confermare la ricezione della documentazione rivelatisi falsa, ha affermato di aver versato al professionista la somma di 5.000 euro per ottenere il mutuo per l’acquisto di un immobile, senza raggiungere l’esito sperato.

Un altro straniero, rintracciato a Milano, ha dichiarato di essersi rivolto allo stesso avvocato per ottenere il permesso di soggiorno (di fatto mai ottenuto), anticipando la somma di 800 euro.

Come spiega la polizia l’analisi dei tabulati telefonici ha permesso agli agenti della Squadra mobile di appurare come l’attività dell’avvocato era da considerarsi “seriale” e volta ad approfittarsi della condizione di oggettiva necessità delle vittime di nazionalità straniera.

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