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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Catanzaro

Riscuotevano la pensione dei parenti morti e il reddito di cittadinanza: truffa a Catanzaro

Due persone sono state denunciate per truffa ai danni dell'Inps

Da anni riscuotevano la pensione dei familiari defunti e uno di loro addirittura riceveva anche il reddito di cittadinanza, dopo aver attestato falsamente che tutto il suo nucleo familiare non possedeva alcuna fonte di reddito. 

I finanzieri del nucleo di Polizia economico-finanziaria di Catanzaro hanno dato esecuzione nei giorni scorsi al decreto di sequestro di denaro beni e attività per un valore di 184mila euro e denunciato due persone per truffa ai danni dell'Inps.

Le indagini, nell'ambito dell'operazione denominata "Assi Pigliatutto", sono state condotte dal nucleo Polizia Economico-Finanziaria/ Gruppo tutela spesa pubblica di Catanzaro su delega della Procura della Repubblica di Catanzaro, con il Sostituto procuratore Pasquale Mandolfino, con il coordinamento del Procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e del Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri.

Riscuotevano la pensione dei parenti morti e il Rdc: truffa a Catanzaro

Dalle indagini è emerso che uno dei due riscuoteva indebitamente da oltre 13 anni la pensione della madre, deceduta nel 2005, omettendo di comunicarne la morte. Da allora l'uomo prelevava ogni mese dal libretto postale di cui era cointestatario i circa 700 euro accreditati a titolo di pensione della madre, incassando così in titolare oltre 84 mila euro.

L'altro uomo, delegato a riscuotere la pensione dell'anziana suocera, morta nel 1998, aveva continuato per 20 anni a certificarne falsamente l'esistenza in vita, arrivando così a riscuotere oltre 100 mila euro di pensione. Quest'ultimo aveva anche presentato domanda per ottenere il reddito di cittadinanza, attestando falsamente che tutto il suo nucleo familiare non possedeva alcuna fonte di reddito, sicché l'importo mensile del beneficio (poco meno di 500 euro) era stato moltiplicato fino al massimo previsto dalla legge e integrato dalla quota fissa di rimborso per il canone di locazione dell'abitazione, arrivando a un ammontare complessivo di oltre 1.300 euro mensili. L'uomo, avendo dichiarato il falso per ottenere indebitamente il beneficio del reddito di cittadinanza, rischia la reclusione da due a sei anni.

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