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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Firenze

Università, chi è il ricercatore che ha incastrato i baroni

Il ministro Valeria Fedeli: "Norme per rendere i concorsi più trasparenti"

Philip Laroma Jezzi è il ricercatore dell'Università di Firenze che, con la sua denuncia, ha fatto scattare le indagini sui concorsi truccati che hanno portato all'arresto di sette professori (59 sono gli indagati). E' riuscito a incastrare i "baroni" utilizzando le intercettazioni, consegnate poi alla Finanza.

Secondo quanto riporta FirenzeToday, Philip nel 2013 registrò una conversazione con un docente di diritto tributario, il quale gli riferiva che non avrebbe vinto il concorso per la cattedra di diritto tributario perché sarebbe stata destinata ad altri. Il professore, secondo quanto scritto questa mattina da Repubblica, avrebbe anche detto che Jezzi era più meritevole dei vincitori e cercò di convincerlo a non partecipare al concorso perché le cattedre erano già state assegnate. "Smetti di fare l'inglese e fai l'italiano - avrebbe detto il docente a Jezzi -. Tu non puoi non accettare. Che fai? Fai ricorso? Però ti giochi la carriera così". Laroma Jezzi comunque non ritirò la domanda e a dicembre 2013 fu regolarmente bocciato. L'avvocato ha poi fatto ricorso al Tar, vincendolo.

Nato a Londra nel 1970, è ricercatore confermato e professore aggregato di diritto tributario all'Università di Firenze oltre a lavorare per il suo studio Laroma Jezzi Partner. Il legale di origine anglosassone ha poi incontrato nel 2014, oltre al prof di diritto tributario, anche un ricercatore, uno dei commissari che l’avevano bocciato. Anche in questo caso registrò la conversazione per poi farla avere alla Guardia di Finanza. In quell'occasione i due gli spiegarono che "un potente professore fiorentino era contro di lui perché voleva fargli passare avanti un suo protetto alla successiva selezione", scrive FirenzeToday.

L'inchiesta delle Fiamme gialle ha portato a 7 arresti, 150 perquisizioni in tutta Italia e all'interdizione dall'insegnamento per un anno per 22 professori universitari. Per tutti l'ipotesi d'accusa è corruzione. Molti di coloro che sono finiti nell'inchiesta hanno manifestato la propria estraneità, in alcuni casi affermando di aver agito in buona fede.

Il ministro Fedeli: norme per rendere i concorsi più trasparenti

Ferma la condanna da parte della ministra all'istruzione e università Valeria Fedeli. "Per la prima volta - ha precisato Fedeli questa mattina a Radio1 - da sei mesi stiamo lavorando con l'Anac per inserire l'università in uno specifico focus del piano anticorruzione e stiamo completando questo lavoro. Entro ottobre avremo questa normativa che ovviamente mette al centro il fatto di rendere più trasparenti i concorsi universitari, verificare, quindi togliere ogni area di opacità e zone d'ombra e affrontare in modo molto serio, rigoroso e trasparente ogni parte del funzionamento dell'università". 
 

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