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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Boom di venditori porta a porta: fanno firmare un depliant, in realtà è un contratto di vendita

Sono circa ottanta i casi segnalati da Adico, associazione a tutela dei consumatori. Dopo 14 giorni, allo scadere del diritto di recesso, i venditori mettono gli acquirenti di fronte alla verità

Tanti nomi di aziende costituite in varie città italiane, caratterizzate da una tecnica commerciale che sta mandando nel panico le famiglie. Come racconta VeneziaToday il 2016 è stato l’anno dei venditori porta a porta, tanto che Adico - un'associazione a tutela dei consumatori - è dovuta intervenire in un’ottantina di casi, un terzo dei quali a Venezia e provincia. Ma in questi giorni prenatalizi si registra un vero e proprio boom di segnalazioni e i soci seguiti dall’ufficio legale in questo periodo sono una decina.

Non si parla di "normali" venditori, ovviamente, ma di commerciali che, con varie e ingegnose tecniche, fanno firmare all’ignaro interlocutore un contratto spacciandolo per un depliant informativo che invece è l’impegno all’acquisto di varia merce (per lo più materassi, mobili, accessori per la casa, ma anche pentole e macchine a vapore) per un controvalore di alcune migliaia di euro. La tecnica prevede tra l’altro che, dopo la firma del depliant, il commerciale si ripresenti alla famiglia oltre i 14 giorni concessi per il recesso, mettendo le persone di fronte alla realtà: avete firmato un contratto, ora dovete comprare e pagare.

"L’ultimo caso risolto dalla nostra associazione è di qualche giorno fa - racconta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico - una casalinga di Mogliano aveva ricevuto la visita di un venditore di Reggio Emilia e aveva firmato il solito catalogo. Dopo circa un mese il venditore è tornato per chiedere i soldi della merce ordinata e la donna è caduta dalle nuvole. Impaurita dalla possibilità di finire sotto le grinfie del recupero crediti, ha lasciato un acconto da 150 euro e poi s’è rivolta a noi disperata. Il nostro intervento, come successo in tutti gli altri casi, ha sortito l’effetto desiderato. Abbiamo contestato la mancanza di chiarezza dell’offerta e il fatto che la socia avesse firmato un contratto convinta che si trattasse di un depliant. L’azienda, pur essendo fuori dai termini del recesso, ha accolto la nostra richiesta e ha restituito l’acconto alla donna".

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