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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Amati dalla gente, "dimenticati" dalle istituzioni: il paradosso dei Vigili del Fuoco

Stipendi inferiori a poliziotti e carabinieri. Corpo sotto organico, molti sono precari, 'assunti' per due settimane, quando le emergenze lo richiedono. Mezzi vecchi e spesso fuori servizio. C'è bisogno di assunzioni (e di maggiore attenzione) per i Vigili del Fuoco

Di loro si parla quando intervengono per salvare vite, quando sono i primi a giungere sul luogo dei disastri, quando sono gli ultimi ad arrendersi. Si parla meno però delle difficoltà quotidiane con cui devono convivere, tra organici ridottissimi e stipendi di molto inferiori a quelli degli altri addetti alla sicurezza (come poliziotti e carabinieri). Partiamo da una constatazione: i Vigili del Fuoco sono amatissimi.

Ricevono grande apprezzamento dall'86% degli italiani (Eurispes, Rapporto Italia 2018). Ai funerali di Stato delle vittime di Genova sono stati applauditi per l'abnegazione e l'efficacia dimostrate tra le macerie del Ponte Morandi, nella loro ricerca affannosa di salvare vite. Lo stesso è avvenuto lo scorso anno per la tragedia dell'hotel di Rigopiano, e nelle tantissime altre occasioni (quasi un milione di interventi nel 2017, con un trend di crescita del 15% rispetto al decennio scorso) in cui si adoperano per le piccole, le medie e le grandi emergenze che mettono a rischio la salute e la vita dei concittadini: crolli, smottamenti, incendi, terremoti, alluvioni. Sono i Vigili del Fuoco, un corpo nazionale con un organico operativo di meno di 30.000 unità (cui vanno sommate 3/4.000 unità presenti solo sulla carta). Ciò comporta che i Vigili del Fuoco si debbano spostare da regione a regione, inseguendo le tante emergenze del Paese. 

Secondo l'Eurispes "più volte si è ipotizzato, nel mal concepito spirito della Riforma del Titolo V, di 'regionalizzare' l'operatività di questo presidio essenziale per la sicurezza degli italiani: tentativi fortunatamente falliti che, ad esempio, avrebbero limitato nel disastro di Genova l'immediata possibilità di intervento dei Vigili di Toscana, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Lazio, confluiti in Liguria, con le loro colonne mobili, sul luogo del disastro, a poche ore dal crollo".

Un Corpo sotto organico

"Un Corpo sotto organico, 'ufficialmente' di 1.286 unità, ma che in realtà dovrebbe essere ampliato di altre migliaia di unità, mentre invece si fa fatica a coprire il turn-over allo stesso modo in cui le Forze di polizia dovrebbero continuare a recuperare il grave gap numerico determinato dai tagli degli arruolamenti imposto dal decreto-legge sulla spending review del 2012", dice Tullio Del Sette, presidente dell'Osservatorio sulla Sicurezza dell'Eurispes ed ex comandante generale dei carabinieri.

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Molti precari e "assunti" per due settimane

"Molti operatori sono precari, 'assunti' per due settimane, quando le emergenze lo richiedono; circa in 8.000 avrebbero i requisiti per l'assorbimento in organico. Malgrado ciò - continua Del Sette - i Vigili del Fuoco operano con la massima efficacia, e il Corpo viene ritenuto un modello di eccellenza anche a livello internazionale. Un Corpo che andrebbe potenziato, inoltre, con l'assorbimento di professionalità mediche (ad oggi sono solo 15 a livello nazionale), e di psicologi, così utili nelle ore successive alle sciagure per l'assistenza ai feriti, ai familiari delle vittime e agli stessi Vigili, sottoposti ad uno stress fisico e psichico eccezionale oltre che al continuo confronto con la sofferenza. Un Corpo che paga un forte tributo di vite, come recentemente accaduto nell'esplosione di una palazzina a Catania (il 20 marzo 2018), con due Vigili morti e due rimasti feriti. Un Corpo i cui addetti non hanno neanche la copertura Inail per gli infortuni e le malattie professionali. La ragione? Secondo i sindacati si tratta di 'distrazione' della politica. Recentemente (giugno 2018) è stata inoltrata una petizione al Ministero dell'Interno ed a quello della Salute perché si intervenga quanto prima per ovviare a questa evidente e penalizzante contraddizione".

Stipendi (molto) inferiori a poliziotti e carabinieri

Ma secondo l'Eurispes l'attenzione al necessario potenziamento non è neanche all'orizzonte, e così il Corpo dei Vigili del Fuoco riceve "solo" applausi e riconoscimenti formali, mentre in concreto non avviene niente o quasi: poche centinaia di assunzioni programmate dal Governo precedente e da quello attuale. Vi è inoltre un ulteriore paradosso, evidenzia l'istituto, per il quale è difficile trovare una spiegazione: i Vigili del Fuoco guadagnano mediamente il 20% in meno degli altri addetti alla sicurezza (come poliziotti e carabinieri): 1.200 o 1.300 euro al mese per un lavoro rischioso ed usurante. "Questo presidio essenziale per la sicurezza dei cittadini - spiega sempre Del Sette - non è mai stato inquadrato organicamente nel Comparto Sicurezza, ed anche per questo è stato difficile negli scorsi anni identificare un automatismo per gli aumenti salariali, quando questi sono stati decisi per le Forze dell'ordine".

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Lo stipendio medio di un vigile del fuoco si aggira attorno ai 1.300 euro al mese, riportano i sindacati, arrivando a 1.500-1.700 euro a fine carriera. Sono retribuiti molto meno dei colleghi di altri corpi: un divario che va dai 300 euro mensili, nelle qualifiche più basse, sino a circa 700 euro di differenza nei gradi più elevati. Non certo "spiccioli". La disparità di trattamento rispetto alle altre forze dell’ordine si riflette anche a livello di pensioni. Ogni cinque anni di servizio operativo ai dipendenti degli altri corpi ne sono conteggiati sei ai fini pensionistici. Per i Vigili del Fuoco non è mai stato così.

Autoscale vecchie e fuori servizio

Le cronache locali spesso danno notizia di "emergenze autoscale" in varie città, inoltre. L’autoscala è quel mezzo in dotazione alle squadre Vigli del Fuoco utilizzato per raggiungere agevolmente ed in breve tempo i piani alti delle abitazioni, o per intervenire in tutte le situazioni in cui è necessario lavorare in altezza, quindi un mezzo specifico, particolare e quanto mai necessario per il lavoro delle squadre. A causa di riparazioni e manutenzioni, o addirittura invio in altri Comandi provinciali, spesso vi è carenza di autoscale, autobotti e autopompe.

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Ora spetta alla politica

Lo scorso luglio il Governo ha varato la legge delega per il riordino delle carriere dei VVFF, e fra pochi giorni, il 5 settembre, il provvedimento deve ottenere il parere delle Commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato: "C'è da augurarsi che in questa occasione - conclude Del Sette - l'eco dell'apprezzamento degli italiani risuoni forte tra i banchi delle Commissioni, e che questo passaggio non si riveli un'ulteriore occasione perduta. Sia un'occasione colta per intraprendere un percorso virtuoso che porti agli attesi completamenti del riordino dei ruoli e del contratto del Comparto Sicurezza e Difesa, arricchito dal Soccorso pubblico". Da sottolineare inoltre come l’età media del personale operativo abbia superato i 47 anni e, proprio per la prestanza fisica richiesta alle squadre di soccorritori, ciò ha portato a un’impennata di infortuni sul lavoro. Servono nuove assunzioni, serve più attenzione.

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