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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Palermo

La provocazione dell'imprenditore rimasto senza scorta: "La mafia è finita, festeggiamo"

Vincenzo Conticello, imprenditore palermitano finora sotto scorta, fa sapere di aver ricevuto comunicazione verbale circa la revoca della sua protezione per "cessato pericolo"

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha promesso oggi: "Possono tener duro ancora qualche mese o qualche anno, ma mafia, camorra 'ndrangheta saranno cancellate dalla faccia di questo splendido Paese, ce la metteremo tutta". In realtà a Palermo la mafia sembra essere già stata sconfitta o almeno così sembra, visto che all'imprenditore Vincenzo Conticello, che denunciò i suoi estorsori mandandoli in galera, è stata revocata la scorta per "cessato pericolo". "Finalmente siamo tutti quindi liberi di poter tornare ad una vita normale... ma se non ci sono più pericoli allora la mafia è stata sconfitta", ha scritto in una nota Conticello.

 Lo scorso 14 dicembre, fa sapere Conticello, il comandante del nucleo scorte di Roma gli ha comunicato verbalmente che a partire dallo scorso 8 dicembre (cioè sei giorni prima) gli era stata revocata la scorta: "Ho richiesto se avesse un documento da notificarmi in modo da sapere chi ringraziare per questa grande vittoria sulla mafia e per la responsabile scelta. Mi ha detto di non aver alcun documento da notificarmi. Solamente una comunicazione verbale".

Conticello ricorda poi che già lo scorso 4 agosto, sempre in modo verbale, gli era già stata revocata la scorta a Palermo e da allora ha più volte cercato inutilmente di mettersi in contatto con il ministro Salvini, con il suo vice al Viminale Gaetti, con i questori e i prefetti. 

Conticello, figlio dell'ex proprietario dell'Antica Focacceria San Francesco a Palermo, ha ricordato di essere stato il primo imprenditore a denunciare cosa nostra dopo l'uccisione di Libero Grassi e Vincenzo Spinelli.

"Adesso (che 3 su 5 dei mafiosi arrestati sono a piede libero) qualcuno o alcune persone dello Stato (non si sa chi siano) - hanno deciso di togliermi la tutela (già per altro ridotta a un quarto livello) dicendo che è cessato il pericolo per la mia vita e quella della mia famiglia ( nessun proiettile inviato per posta etc ) nonostante fino allo scorso Agosto 2017 presso lo storico locale di Palermo furono rubati ben 16 tavoli, 60 sedie e 3 ombrelloni giganti atto di intimidazione (non di semplice furtarello) regolarmente denunciato presso i Carabinieri di Piazza Marina".

Conticello ha deciso provocatoriamente di indire una manifestazione a Palermo per il prossimo 27 dicembre in piazza San Francesco, invitando a partecipare anche altre piazze d'Italia, "per festeggiare anche a distanza la fine, la sconfitta, la morte della mafia"

"Non avendo il piacere di conoscere il responsabile della mia ‘nuova’ libertà - e non volendo dimenticare nessuno inviterò tutte le istituzioni a partecipare e a festeggiare con noi. Spero che vogliate scusare il breve preavviso ma vorrei almeno riuscire a partecipare a questa festa prima di essere ‘totalmente’ libero nell’aldilà ove questa notizia del cessato pericolo fosse una fake news". Certamente gli altri imprenditori fino ad oggi dubbiosi se denunciare o no la mafia, con questo risultato potranno far più consapevolmente la loro scelta" 

Per Conticello scende in campo il presidente dell'Associazione nazionale testimoni di giustizia Ignazio Cutrò: "Faccio appello al ministro dell'interno Salvini e al sottosegretario Luigi Gaetti affinché rivedano la decisione della revoca della scorta al testimone di giustizia Vincenzo Conticello. La fine della mafia lungi dall'essere una realtà concreta resta un auspicio o tuttalpiù una speranza ma che, allo stato attuale, non c'è nulla di concreto, nessun segnale di cedimento strutturali tali da lasciar pensare che siamo liberi dalle mafie. Si dice che nel coraggio risiede la grandezza dell'uomo così come nelle scelte politiche alla base della revoca delle misure di protezione e delle scorte di onesti imprenditori come Conticello risiedono tutte le ragioni per cui le mafie da duecento anni ha tenuto e tuttora tiene sotto scacco intere generazioni di italiani onesti. Resta tutta l'amarezza di essere stati spremuti come limoni e poi scartati una volta che abbiamo testimoniato in tribunale, traditi nella speranza che non saremmo mai stati lasciati soli, abbandonati a noi stessi e inesorabilmente soli, troppo soli per sopravvivere alle mafie come già accaduto in passato ad altri testimoni di giustizia. Il nostro pensiero va a Rita Atria, Lea Garofalo, Maria Grazia Cacciola, Domenico Noviello".

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