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Giovedì, 25 Aprile 2024
Donna

Abbracciarsi nel sonno rende felici

Le coppie che si addormentano mantenendo un contatto fisico sono più propense a vivere un rapporto sano, sereno e volto a risolvere i problemi insieme

Mani che si toccano, piedi che s’incrociano, braccia che avvolgono il corpo dell'altro e nel sonno creano un contatto importante quanto la felicità: è così che le coppie vivrebbero bene di giorno, coccolandosi di notte e permettendo a Morfeo di trovare entrambi vicini, avvinghiati in un tenero connubio. 

Questa è la romantica tesi che è emersa da uno studio presentato all’International Science Festival di Edimburgo sul comportamento notturno della coppia eterologa, condotto su oltre mille persone dai ricercatori dall’università inglese di Hertfordshire diretti da Richard Wiseman, che hanno dimostrato come il 94% di chi mantiene un contatto fisico con il partner durante il sonno, poi vive un rapporto di coppia più soddisfacente rispetto a chi invece non lo fa, la cui soddisfazione non va oltre il 68%.

Tanti sono i modi per restare vicini nello stesso letto: il 42% consiglia schiena contro schiena, il 31% di tenersi per mano o spalla contro spalla e il 4% di abbracciarsi e basta. Ha importanza anche la distanza a cui si mantengono quelli che dormono senza sfiorarsi: chi resta al di sotto di 2 cm e mezzo, il 20% del campione esaminato, ha un rapporto felice nell’86% dei casi, mentre non superano una felicità del 66% quelli che dormono a oltre 75 cm di distanza l’uno dall’altro, il 2% dei partner esaminati.

Secondo gli autori, informarsi sul modo di dormire della coppia può essere una semplice, ma efficace modalità d’indagine sulle problematiche del rapporto a due, da cui trarre anche indicazioni sulla personalità dei coniugi: chi, per esempio, tende ad abbandonarsi fra le braccia del partner è fondamentalmente un/una estroverso/a: “Le informazioni raccolte dal medico di coppia sul rapporto fra le posizioni assunte dai due compagni nel sonno e la qualità della loro relazione” - dice Wiseman – “possono gettare nuova luce su ciò che realmente avviene nella loro psiche. È una grande novità considerare il sonno come una diversa forma di relazione e non più semplicemente come un intervallo di coscienza in cui non succede nulla”.

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